Il timore lombardo: la manovra mette in ginocchio i trasporti

C’è profonda preoccupazione tra gli assessori provinciali lombardi ai Trasporti, Infrastrutture e Lavori Pubblici che con l’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Raffaele Cattaneo, hanno esaminato giovedì le conseguenze che la manovra avrebbe sul trasporto pubblico locale e sugli interventi infrastrutturali che insistono sulle varie province lombarde. “È stato un incontro utile, che ha registrato il comune disappunto per la manovra così come è formulata e la comune preoccupazione per le conseguenze che avrebbe se dovesse rimanere invariata”, ha detto Cattaneo al termine dell’incontro.
I tagli previsti comporterebbero, inevitabilmente, la necessità di congelare anche interventi già condivisi con i territori, inseriti nei documenti di programmazione pluriennale, in taluni casi già anche finanziati.
Tutti gli assessori provinciali hanno espresso sostegno all’azione della Regione Lombardia e del presidente Roberto Formigoni e hanno condiviso l’impraticabilità di questa manovra per le ripercussioni che avrebbe sul servizio ai cittadini. Gli assessori hanno anche previsto alcune azioni da qui alla fine di luglio, prima che la manovra venga approvata definitivamente dal Parlamento, con l’obiettivo di raggiungere i cambiamenti auspicati. Sensibilizzare innanzitutto i parlamentari del territorio perché abbiano ben chiaro cosa succederebbe se in Parlamento questa manovra non dovesse essere modificata, poi convocare entro due settimane una seduta del tavolo del Patto per il Trasporto pubblico locale dedicato alla manovra, per discutere anche con i Comuni e le aziende di trasporti le iniziative da prendere. “La situazione è delicata”, ha concluso l’assessore Cattaneo, “e anche in questo momento vogliamo continuare a condividere con gli enti locali i passi da fare”.
Per quanto riguarda il trasporto pubblico, è stato confermata la stima di un taglio potenziale di 314 milioni di euro, che metterebbe in discussione un terzo dei servizi sia su gomma sia su ferro attualmente operanti, mentre per le opere infrastrutturali si ipotizza un taglio di 55 milioni di euro all’anno che metterebbe a rischio opere in fase avanzata di progettazione o addirittura già in esecuzione. Farebbero parte di queste opere, per esempio, la Paullese tra la SP29 e Spino d’Adda (Cremona), la variante di Zogno (in provincia di Bergamo) e molti altri interventi di carattere locale ma fondamentali per i territori.