In Europa l’alcol causa quasi
la metà degli incidenti stradali

Quasi la metà degli incidenti stradali in Europa è imputabile all’alcol. La statistica – il dato varia dal 40 al 55 per cento a seconda del Paese – emerge dallo studio “La guida in stato di ebbrezza nel contesto internazionale”, presentato nel corso del terzo Forum delle Polizie locali, organizzato dall’Aci a Riva del Garda, in provincia di Trento. L’indagine fotografa chiaramente come l’alcol influisca in maniera significativa sull’incidentalità stradale. Quello di mettersi alla guida dopo aver bevuto è un comportamento tipicamente maschile. In tutta Europa, negli incidenti dovuti all’alcol, infatti, 9 conducenti su 10 sono uomini. Cresce la “quota rosa” che ha raggiunto l’11,6 per cento in Belgio e il 10,3 per cento in Italia (era 7 per cento e 7,2 per cento nel 2000). Negli altri Stati europei la crescita si assesta intorno ai due punti percentuali. Attenzione ai giovani: in Italia nel 2008, il 32,5 per cento degli incidenti per stato di ebbrezza ha coinvolto un giovane di età inferiore ai 28 anni. Un dato fortunatamente in calo (36,7 nel 2000; 46,2 nel 2005), come nel resto d’Europa. La situazione migliora in Svezia (21,9 per cento), Germania (25,7 per cento) e Francia (24,7 per cento). Dalla studio emerge che weekend e ore notturne sono particolarmente a rischio. In Europa, tra il 40 e il 55 per cento degli incidenti per stato di ebbrezza si verifica infatti nei fine settimana. Il primato spetta alla Francia (54,4 per cento sul totale degli incidenti), seguita dall’Italia (54,2 per cento). Meno inclini agli eccessi dell’alcol sembrano i cittadini sloveni (39,5 per cento) e quelli della Repubblica Ceca (41,8 per cento). Di notte si verificano moltissime stragi: in Italia il 58 per cento degli incidenti dovuti allo stato di ebbrezza si è verificato nel 2008 tra le 22 e le 7 del mattino. Il dato (in leggero calo: nel 2000 era 62 per cento) è tra i più alti in Europa. Peggio di noi solo la Francia (65 per cento). Meglio la Svezia (50 per cento), il Belgio (48 per cento), la Repubblica Ceca (39 per cento) e la Slovenia (36 per cento). Quasi bene la Germania: 22 per cento. Un quadro particolarmente allarmante, visto che tra le 22 e le 7 del mattino la percentuale di veicoli in circolazione è significativamente inferiore rispetto al resto della giornata.
Tirando le somme, in Italia nel 2008 l’alcol ha causato 16,6 incidenti ogni 100.000 veicoli circolanti. In Germania 42,1; nel Regno Unito 31,4; in Svezia 22,6. Meglio di noi ha fatto la Finlandia (8,0). Mentre in sei Stati su dieci il numero degli incidenti con conducenti ubriachi è in calo, in Italia risulta in costante crescita: 10,1 nel 2000; 16,6 nel 2008. Condividono questa tendenza negativa il Belgio (+50 per cento nel 2008), Cipro (30,7 nel 2000; 56,9 nel 2008) e Svezia (dal 20,3 del 2005 a 22,6 del 2008). Spicca in negativo la Slovenia, con dati 5 volte superiori a quello della Germania e 10 volte superiori rispetto a quelli della Francia.
“Siamo dunque il Paese più virtuoso d’Europa nel rapporto alcool e guida?”, si chiede l’Aci. “Purtroppo no. Il confronto internazionale è reso quasi impossibile dalla diversità di limiti, misure sanzionatorie e modalità di raccolta dei dati statistici. Il problema potrebbe essere risolto con un Codice europeo della strada, che detti le stesse regole di comportamento per tutti i conducenti dell’Unione”.
Altro capitolo riguarda i controlli per la guida in stato di ebbrezza, che crescono sensibilmente (dai circa 250mila del 2006 ai 1,4 milioni del 2008), ma rappresentano soltanto il 4 per cento del totale delle patenti attive. Secondo lo studio della Fondazione Caracciolo, le infrazioni accertate dalla Polizia stradale nel 2009 per guida sotto l’effetto di alcol sono state in totale 26.912. A queste si aggiungono le 5.625 rilevate dalla Polizia municipale. Sono 186 gli etilometri in dotazione alle Polizie Locali, 1,7 in media a Provincia: 16 Province risultano senza etilometri. Con questi numeri difficilmente il numero di controlli potrà aumentare ai livelli che si registrano in Francia, Inghilterra o altri Paesi.