Le richieste dei camionisti
inascoltate per mesi 

Prima di essere costretti ad adottare la decisione più difficile, ovvero  bloccare nuovamente il trasporto, le associazioni di categoria avevano scritto ripetutamente alcune lettere aperte, inviate al ministro dei Trasporti, Altero Matteoli e addirittura al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi,  evidenziando le ragioni del disagio, ormai insostenibile per migliaia di aziende e lavoratori, e sottolineando come un eventuale conflitto rappresentasse una sconfitta per tutti, mentre un serio confronto potesse far vincere il Paese.

Ecco il testo della lettera aperta, pubblicata sul Quodidiano Libero, inviata al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Signor Presidente,

le associazioni dell’autotrasporto, che responsabilmente hanno raggiunto un’intesa con il Governo grazie al Suo intervento, si rivolgono oggi nuovamente a Lei per chiedere alla Presidenza del Consiglio di intervenire direttamente per evitare possibili tensioni anche spontanee, attuate da operatori non più in grado di sostenere il peso delle difficoltà determinate dalla crisi in atto.

L’Unatras ha assunto degli impegni e li ha mantenuti!

Il Governo, invece, dopo dieci mesi rinvia da una riunione all’altra la concretizzazione dei provvedimenti concordati.

Gli operatori non hanno ancora potuto, ad oggi,:
–     recuperare le riduzioni compensate sui pedaggi autostradali, già finanziate;
–         applicare, nella fase di transizione, la norma sul gasolio come concordato;
–         avviare il confronto all’interno della Consulta del trasporto e della logistica, non ancora oggi in condizione di funzionare e bloccata in ogni sua attività;
–         registrare l’incremento dei controlli mirati di qualità sui mezzi pesanti che, anzi, sono diminuiti del 7 per cento;
–         usufruire delle misure sulla riduzione sul costo del lavoro, come assicurato;
–         avviare il confronto sulle norme per introdurre i principi dell’economia regolata nel mercato dell’autotrasporto;
–         ottenere una disciplina sulla gestione dei bancali, per eliminare le forme di illegalità in atto;
–         rinnovare l’Albo degli autotrasportatori, in carica da oltre 10 anni;
–         applicare le semplificazioni sui trasporti eccezionali concordate con l’Anas, anche per evitare violazioni sulla sicurezza della circolazione;
–         confrontarsi sulle modifiche del codice della strada che si propongono per il trasporto merci;
–         avere certezza sulla notifica della procedura “de minimis” per autorizzare gli interventi di sostegno al settore;
–         ottenere la spendibilità dei fondi decisi dal Parlamento con la Finanziaria 2009, in un momento di particolare difficoltà economica.

Il Governo, anziché adempiere agli impegni assunti preferisce aprire inconcludenti  tavoli di crisi, perché:
–         si presenta senza idee e non formula proposte o ipotesi di soluzioni;
–         annuncia che non esistono le risorse necessarie a coprire gli eventuali interventi definiti;
–         non esamina neppure le proposte, a costo zero, avanzate dall’Unatras.

Signor Presidente,
le mancanza di soluzioni sminuisce la politica del “fare” del Suo Governo, e produce rischi di conflitti.
L’Unatras propone, dimostra disponibilità, ma i continui rinvii e la mancanza di risposte non aiutano a dare le certezze che gli imprenditori attendono.
Per evitare conflitti è necessario comprendere i problemi, capacità di gestire, conoscere i fenomeni  ma soprattutto autorevolezza nel confronto che solo la Presidenza del Consiglio può assicurare.

Il conflitto è una sconfitta, il confronto serio fa vincere il Paese. E noi ci crediamo.

2 risposte a “Le richieste dei camionisti
inascoltate per mesi 

  1. hanno voluto la globalizazione senza adeguata protezione lasciandoci da soli a competere con i vettori stranieri che hanno costi di gestione molto ma molto inferiore ai nostri vedi tassazione contributi salari ecc ecc ecc

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