L’Ocse: “Il carico fiscale sull’autotrasporto in Italia è più leggero che in altri Paesi”

Una volta tanto l’Italia non si colloca ai massimi livelli quanto a imposizione fiscale. Almeno per quanto riguarda il settore dell’autotrasporto. Ad affermarlo sono i risultati di un’analisi comparativa realizzata dall’Ocse,  l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico in 29 Paesi europei sulle forme e sui livelli di pressione fiscale nel trasporto merci stradale presentati nel documento di Bertil Hylén , Jari Kauppila, e Edouard Chong, Road haulage charges and taxes. Uno studio  che ha affrontato un tema caldissimo in questo periodo in Italia, ovvero quello dei pedaggi (finiti sotto i riflettori dopo le dichiarazioni del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi in merito alla possibilità di realizzare degli abbonamenti scontati in autostrada per gli autotrasportatori e i pendolari), insieme ad altri due aspetti: le tasse sul possesso dei veicoli e le accise sui carburanti, tenendo conto anche delle misure di rimborsi, sconti ed esenzioni. Il tutto usando come “parametro” un veicolo standard: un semitrailer a tre+due assi dal peso di 40 tonnellate, con standard di emissioni Euro 4. Ebbene, per quanto riguarda il “caro tasse  in autostrada”, l’ammontare netto dei pedaggi pagati vale mediamente per i Paesi considerati 0,20 euro per veicolo chilometro, con variazioni  modeste tra la gran parte dei Paesi. Il carico di gran lunga più rilevante (vedi tabella) riguarda la Svizzera, dove i pedaggi di accesso valgono 0,75 euro al chilometro, mentre il valore più basso si registra in Lussemburgo, Lettonia, Lituania e Romania (0,11 euro al chilometro). L’Italia si colloca sulla fascia bassa, con un costo medio di pedaggio pari a 0,125 euro al chilometro. In termini di costo per tonnellata -chilometro, l’ammontare netto pagato per pedaggi e diritti fissi è pari a 0,005 euro a tonnellata/chilometro. Dai pedaggi alla tassa di possesso, che  per un veicolo adibito a trasporto merci  nei Paesi europei considerati dallo studio ha fatto registrare una media di 1.417 euro all’anno. In questo caso emergono però pesanti differenze da Paese a Paese, passando dai 4.833 euro dell’Irlanda a zero  euro in Slovenia, Paese nel quale non esiste alcuna tassa di questo genere. Il costo della tassa di possesso in Italia si colloca nella fascia bassa rispetto agli altri Paesi, con un valore di 825 euro all’anno. Infine le accise sui carburanti: premesso che la normativa europea (direttiva 2003/96/EC) stabilisce un livello minimo, fissato nella misura di 0,33 euro/litro per il diesel, senza fissare invece  un livello massimo,  i Paesi con maggior livello di tassazione sul carburante per il trasporto merci risultano il Regno Unito e la Svizzera, con 0,72 e 0,63 euro per litro, mentre il carico delle accise per l’autotrasporto in Italia è pari a 0,44 euro al litro, un valore in linea con la media dei Paesi europei.

2 risposte a “L’Ocse: “Il carico fiscale sull’autotrasporto in Italia è più leggero che in altri Paesi”

  1. Non so come l’Ocse abbia ricostruito questi dati che mi sembrano stupefacenti. Ho già incaricato il nostro centro studi confederale di effettuare un approfondimento. A tutti coloro che mi chiedono di commentare questi dati, dico che occorre attendere le risultanze delle nostre verifiche.

  2. Dottor Uggè, dal tono del commento si evince che Lei è di altro avviso. Ma è riduttivo limitarsi a rifare per conto proprio questi calcoli se i risultati non combaciano. Occorre anche un confronto per capire quali parametri portano a risultati differenti. Altrimenti ci sarà sempre un Pinco Pallino qualunque che, per “tirarci su il morale”, espone risultati ben lontani dalla realtà.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *