Infrastrutture digitalizzate, la strada del futuro è tracciata: “Non sono più solo cemento e piloni”

L’obiettivo è rendere le strade sempre più sicure. Con infrastrutture moderne e veicoli in grado di azzerare o quasi gli incidenti stradali. L’espansione di tecnologie avanzate per gli autoveicoli e lo sviluppo di nuove infrastrutture adatte a questi mezzi sono stati i temi del G7 Trasporti che si è svolto a Karuizawa, in Giappone, a cui ha partecipato il ministro delle Infrastrutture e i Trasporti Graziano Delrio. “Il messaggio principale”, ha detto Delrio al termine del vertice, “è quello dell’evoluzione sempre più spinta, e quindi dell’impegno dei paesi più industrializzati, a governare il percorso che porta a una maggiore digitalizzazione delle infrastrutture, fino alla completa automazione”. 

“Le infrastrutture non sono più semplicemente cemento, piloni e rotaie, ma sono soprattutto elementi su cui inserire sempre di più la digitalizzazione. Al G7”, ha proseguito Delrio, “ci siamo confrontati con i maggiori produttori privati al mondo, da Bmw, Toyota, a Fiat Chrysler, che stanno tutte investendo sui sensori delle auto. Va in questa direzione anche il recente accordo tra Fiat e Google”. Il ministro ha ricordato che queste applicazioni puntano ad una riduzione fino ad un azzeramento degli incidenti, a patto che si investa sulla vettura e ci siano standardizzazioni delle tecnologie, il cosiddetto Internet delle cose. Ma ci sono anche aspetti  etici decisamente importanti. “È chiaro”, ha detto Delrio, “che se tu applichi la guida dell’autovettura completamente autonoma, se ci sono due persone durante un incidente, se non si può fare a meno la macchina deve scegliere se investire l’una o l’altra. È una cosa veramente complessa, e occorre tenere presenti tutti gli aspetti etici di affidare la scelta alla macchina, e non sono questioni facile da risolvere. È un futuro che è già presente”, ha concluso il ministro, “le case automobilistiche e le università stanno lavorando in maniera veramente massiccia su questo tecnologia. Non siamo alla ricerca applicata, siamo vicini alla produzione”.

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