Auto per la scorta, poliziotti infuriati: “Le vetture sono vecchie e piene di guasti”

È allarme per le auto utilizzate per la scorta. Vecchie, piene di guasti, sono tutto tranne che sicure. L’allarme arriva dal sindacato di polizia Siap, che nei giorni scorsi ha lanciato un appello al ministro dell’Interno Angelino Alfano: “I nostri colleghi scortano magistrati, politici e imprenditori – alcuni dei quali ad altissimo rischio attentato – su mezzi davvero inutili e penosi. Le auto di scorta si fermano per strada di continuo e assistiamo a inverosimili consegne che invitano, anche in situazioni di pericolo, a improbabili manovre meccaniche su parti dell’autovettura in panne”, accusa la segreteria provinciale di Palermo del sindacato, che parla di colleghi “soli e con le auto fatiscenti di sempre”.
“In alcune auto gli sportelli si aprono da soli, in altre restano chiusi”, prosegue la nota del Siap, diffusa nei giorni del 24° anniversario della strage di Capaci. “Gli uffici automezzi vengono intasati da decine di segnalazioni che rimangono carta straccia. Alcune auto stanno in officina per mesi e poi, dopo essere ritornate in servizio, vengono ritirate dopo poche ore col medesimo difetto che le ha tenute in riparazione per mesi. Se appare difficile chiedere ai poliziotti, chiedete alle personalità scortate che ripetutamente hanno fuso il loro imbarazzo al nostro”.
“Quegli uomini e quelle donne che ogni giorno scortano personalità ad elevato rischio”, conclude la lettera, “hanno nel sangue la stessa dedizione e vocazione alla tutela che avevano Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo, i nostri colleghi entrati nell’immortalità quel maledetto 23 maggio. I nostri colleghi che fanno quello stesso lavoro, oggi non si sentono confortati e sicuri dall’avere il sostegno dello Stato che rappresentano, si sentono sfiduciati e abbandonati”.

Una risposta a “Auto per la scorta, poliziotti infuriati: “Le vetture sono vecchie e piene di guasti”

  1. Togliere tutte le auto blu inutili (la maggioranza) magari blindate e darle alle forze dell’ordine mi sembrerebbe la prima cosa da fare.

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