Incidente contro un’auto abbandonata, a giudizio Ministero e società Autostrade

Ministero dell’Interno, Società Autostrade e Fondo di solidarietà delle vittime della strada sono stati chiamati in giudizio insieme con due agenti della polizia stradale per risarcire i familiari di un motociclista ferrarese che perse la vita sulla bretella della Ferrara-Portogaribaldi. L’uomo, di 57 anni, in sella alla sua moto, finì contro un’auto rubata abbandonata in mezzo alla strada. Nessuno si era premurato di rimuovere l’ostacolo a oltre un’ora dalla prima segnalazione fatta da alcuni automobilisti di passaggio.

A chiamare in giudizio Ministero e Autostrade è stato il legale della famiglia della vittima, l’avvocato Giampaolo Remondi. La sua istanza è stata accolta dalla giudice Monica Bighetti all’udienza preliminare. “Dunque”, scrive La Nuova Ferrara, “in caso di condanne degli imputati, saranno questi tre soggetti penali a rifondere il danno alla famiglia”. Il processo vede la richiesta di rinvio a giudizio presentata dal pm Nicola Proto contro cinque persone. Tra queste il responsabile diretto della tragedia, “l’uomo che abbandonò la Opel Corsa rubata una settimana prima, perché rimasto senza benzina: fermò l’auto sulla carreggiata di marcia, e non mise né triangolo, né segnalazioni luminose o frecce inserite”, spiega La Nuova Ferrara. Secondo la procura, le altre persone ad aver responsabilità (presunte e da dimostrare in punto di diritto) sono l’addetto della Società Autostrade in servizio il giorno della tragedia e che informato della macchina ferma non fece intervenire nessuno per spostarla o segnalarla; i due poliziotti in servizio al Coa, il centro operativo autostradale della Polizia stradale di Bologna, che non inviarono la pattuglia della Polizia stradale sul posto per segnalare l’ostacolo creato dall’auto e un altro dirigente della Società autostrade, accusato di favoreggiamento e violazione del segreto istruttorio. L’udienza è stata aggiornata al 17 giugno.

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