È vero che ormai abbiamo fatto l’abitudine alla politica degli annunci, ma abituarsi a una politica che gioca con le parole su questioni che mettono in pericolo la vita dei cittadini é difficile. Difficilissimo quando di continuo degli innocenti vengono uccisi da pirati della strada che il Governo si appresta a contrastare introducendo il reato di omicidio stradale. Una vicenda, dagli aspetti delicatissimi, che buona parte di quella stampa sempre pronta a dare lustro al “manovratore” aveva dato ormai per risolta quando invece non era per nulla chiarita. Anzi, se possibile, ingarbugliata: un pasticcio cucinato tra le due Camere infatti ha fatto sì che mentre la Commissione trasporti elaborava delle modifiche al Codice della strada, approvate poi dall’Aula, il Senato introduceva nelle norme del Codice penale la fattispecie dell’omicidio stradale. Continua a leggere
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Morti sulle strade, servono ancora più controlli e un Codice stradale europeo
Dopo i buoni risultati ottenuti nella riduzione della mortalità sulle strade europee tra il 2000 e il 2010, decennio che ha fatto registrare una diminuzione di vittime intorno al 50 per cento, gli ultimi dati certificano invece una battuta d’arresto significativa rispetto all’obiettivo stabilito per il 2020, ovvero un’ulteriore riduzione del 50 per cento. Nel 2014 il dato è risultato infatti solo un misero meno uno per cento, con circa 70 persone al giorno rimaste uccise sull’asfalto. Pochi i Paesi in controtendenza e tra questi il nostro che ha fatto registrare una riduzione più elevata della media europea ottenendo tra il 2010 e 2014, un meno 18 per cento. Continua a leggere
Impediamo a chi beve e si droga di guidare. Solo così salveremo delle vite
Eccesso di velocità, guida in condizioni alterate, distrazione. Tutti fattori comportamentali che, tutti gli anni, puntualmente fanno registrare incidenti le cui cause sono sempre legate al “fattore umano”. Per mettere un freno a tutto questo il Parlamento sembra deciso a istituire il nuovo reato di omicidio stradale, notizia che farà stappare fiumi di champagne negli studi legali che potranno così contare su nuove cause lunghissime. Così come lungo e irto si ostacoli si preannuncia il percorso del nuovo provvedimento, considerato che non sarà semplice attribuire tale fattispecie. Il reato di omicidio stradale, sarà previsto solo per chi dovesse risultare “gravemente alterato” da droga o alcol? Oppure l’accusa scatterà anche nel caso in cui l’auto che dovesse investire e uccidere una persona dovesse risultare avere le gomme lisce, oppure non avesse fatto la revisione? O se il conducente stava parlando al telefonino? O se aveva superato i limiti di velocità o sorpassato la linea continua? Continua a leggere
Omicidio stradale, pene fino a 21 anni di carcere per chi guida ubriaco o drogato?
Un nuovo passo in avanti verso l’inserimento dell’omicidio stradale nel Codice di procedura penale. Il senatore Claudio Moscardelli ha infatti depositato a nome del Partito democratico un decreto legge che prevede il carcere da 6 a 16 anni e il ritiro a vita della patente per chi provochi la morte di una persona mettendosi alla guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti. Nel caso in cui in un incidente perdano la vita più persone, gli anni di reclusione possono salire a 21. Continua a leggere
Fondazione Ania: “Sì al reato di omicidio stradale, l’assassino al volante va punito”
“I fatti di cronaca delle ultime ore hanno rilanciato il dibattito sull’introduzione del reato di omicidio stradale. Accogliamo con favore le parole del ministro Annamaria Cancellieri e ribadiamo la nostra convinzione: la sicurezza stradale deve rappresentare una priorità nell’agenda del Governo”. Con queste parole il segretario generale della Fondazione Ania, Umberto Guidoni, ha commentato la decisione adottata dal ministro della Giustizia, e annunciato in un’intervista al Tg5, di portare in Consiglio dei ministri, entro gennaio, un pacchetto di norme contenente anche l’introduzione del reato di omicidio stradale. Continua a leggere
Ergastolo patente a chi fa stragi guidando drogato o ubriaco
“Togliamo a vita la patente a chi provoca stragi sulle strade perché guida sotto l’effetto di droga o alcol”. Questa proposta Paolo Uggè, l’aveva avanzata nel lontano 1994, quando lui era parlamentare e al governo sedevano Silvio Berlusconi con Roberto Maroni ministro dell’Interno, Alfredo Biondi alla guida del ministero di Grazia e Giustizia, Publio Fiori a quello dei Trasporti e della navigazione. Oggi Paolo Uggè, divenuto presidente nazionale di Fai Conftrasporto e vicepresidente nazionale di Confcommercio, torna a riproporla, all’indomani della strage avvenuta nel mantovano dove un camionista, risultato positivo al test antidroga, a investito e ucciso madre e figlia, di 45 e nove anni.