Finanziamenti per i traghetti: c’è chi guarda all’interesse di tutti e chi ai propri

Si è fatto un gran parlare, talvolta a sproposito, sulla richiesta che Conftrasporto ha fatto in relazione alla concessione di benefici al settore marittimo. Molti non hanno voluto comprendere lo spirito della proposta che tendeva solo a far sì che le risorse messe a disposizione dal Governo, nel rispetto delle normative che riguardano l’armamento, si coniugassero con la necessità di salvaguardare anche i livelli occupazionali comunitari. È facilmente comprensibile che chi si è sentito colpito, e cioè chi traeva benefici dall’utilizzo di deroghe concesse forse con una certa elasticità, abbia provato a presentare la proposta di Conftrasporto come un tentativo per salvaguardare qualcuno in particolare (nella fattispecie chi era contrario a regalare finanziamenti per l’assunzione di extracomunitari con l’unico obiettivo di pagare il meno possibile). Continua a leggere



Morti di serie A e di B. Come i camionisti, non considerati vittime del lavoro

È passato da pochi giorni il primo maggio, festa dei lavoratori. La domanda è se il vocabolo lavoratori comprenda davvero tutti coloro che svolgono un’attività o se esistano lavoratori più lavoratori di altri. Perché questo interrogativo? Perché ogniqualvolta succede una disgrazia, sui giornali vengono riportate dichiarazioni che ribadiscono la sacralità del lavoro e della sua sicurezza, ma mai la definizione di “vittime del lavoro” ha riguardato i conducenti dei mezzi pesanti. Le morti di autisti di Tir vengono classificate come semplici incidenti stradali. Eppure sono lavoratori, dipendenti o autonomi, che perdono la vita nell’esercizio di un’attività lavorativa, sul loro “posto di lavoro” che è la strada. Continua a leggere



Il Piemonte guida l’Italia verso un sistema di trasporti e logistica efficiente

I  trasporti e la logistica sembrano essere finalmente tornati al centro delle politiche infrastrutturali e più in generale economiche del Paese, a giudicare dalle nuove linee guida indicate, nell’allegato Infrastrutture del Documento di economia e finanza, dal Governo che sembra aver compreso anche la necessità di seguire un unico disegno coerente, come da sempre ribadito da Conftrasporto che ha indicato anche i “passaggi obbligati”: l’accessibilità territoriale, la dimensione urbana della mobilità, le possibili sinergie tra turismo e trasporti e la promozione dell’intermodalità. Continua a leggere



Taxi e auto a noleggio: attenti a non liberalizzare la possibilità di uccidere

Si registrano sempre più appelli, anche da parte di illuminati professori universitari, sulle positività che le liberalizzazioni, se attuate in tutti i settori, porterebbero ai cittadini. Ma attenzione: le generalizzazioni sono spesso pericolose. A dimostrarlo sono i fatti, registrati laddove si è deciso di seguire questa strada senza comprendere che se è necessario dire sì al mercato libero è altrettanto indispensabile saper pronunciare un secco no al Far West. Ottenendo risultati di segno opposto. Ci sono alcuni settori in particolare, quelli che impattano sulla sicurezza e la salute, come i trasporti, che debbono seguire in modo ferreo queste regole se non si vuole  correre il pericolo di danneggiare  gli utenti. Si vuole rendere “libero” un colosso mondiale come Uber di fornire un taxi o un’auto a noleggio con conducente tramite una banalissima App sul telefonino? Continua a leggere



Tragedia in Spagna: qualcuno ancora non vuole prevenire i colpi di sonno?

Al di là delle statistiche, talvolta elaborate senza riferimenti certi, non c’è dubbio che il fenomeno delle apnee notturne e delle sue conseguenze (la pessima qualità del sonno e il rischio d’addormentarsi al volante) abbia un impatto sull’incidentalità. La tragedia avvenuta in Spagna ne è una conferma. Il  cordoglio oggi è unanime ma presto il tragico evento sarà dimenticato e con esso la necessità di mettere in atto quella strategia che Conftrasporto chiede da tempo, finalizzata a far crescere la prevenzione. Che significa anche lotta alle apnee notturne. Continua a leggere



Niente strade, niente turismo: senza infrastrutture il Belpaese resta fermo

Del Rio Uggé Sangalli.JPGLa carenza d’infrastrutture non riguarda solo il trasporto merci: anche il  turismo ne è colpito. Il dato è emerso con chiarezza in occasione del 17° Forum di Confcommercio a Cernobbio nel quale operatori, esperti ed esponenti della vita politica ed economica si sono confrontati proprio sul tema dei deficit strutturali del nostro Paese, sullo scenario economico internazionale e sul futuro del turismo. Un futuro strettamente legato ai collegamenti soprattutto nel Sud del Paese dove la crescita, fino al 2011 sostanzialmente omogenea rispetto al Nord, si è fermata con ripercussioni sul prodotto in terno lordo nazionale. Continua a leggere



Autostrade del mare, ecco a quali armatori vanno gli incentivi e a quali invece no

Moby FreedomQuattordici anni. Tanto è passato da quando sono stati introdotti, con una legge varata nel 2002, gli incentivi per le autostrade del mare la cui rotta è stata purtroppo spesso un susseguirsi di virate e inversioni. Dopo l’approvazione della Commissione europea nel 2005, l’attuazione è stata infatti bloccata nel 2006 per essere ripresa nel 2008, fino ad approdare, nel 2010, alla decisione, da parte degli organismi comunitari, di non autorizzare altri interventi. Oggi, grazie al lavoro svolto dal Governo e dalle federazioni dell’autotrasporto, la possibilità d’incentivare l’utilizzo delle autostrade del mare è di nuovo possibile ma a precise condizioni: che le risorse siano destinate agli armatori che migliorano le linee o ne istituiscano di nuove e che sia trasferito ai trasportatori il 70 per cento degli stessi aiuti economici. Continua a leggere



Parassiti dell’autotrasporto, per voi non dev’esserci nessun bonus Tir-nave

Il trasporto merci su strada e quello su rotaia sono “nemici”? L’autotrasporto è davvero una modalità in competizione con la ferrovia? La risposta è no, perché questo modo di pensare la politica dei trasporti può appartenere solo al passato, mentre oggi la chiave di volta per il Paese si deve chiamare “interconnessione”. Una risposta che è risuonata chiarissima al museo nazionale della Scienza e tecnologia Leonardo da Vinci di Milano durante il convegno intitolato “Treni merci con standard europei per un trasporto intermodale a servizio dell’industria e dei porti” organizzato da Fercargo. Continua a leggere



Autisti in affitto, sette Paesi denunciano lo sfruttamento. L’Italia fa finta di niente

Basta alla somministrazione di lavoratori mobili, o, se si vuol esprimere lo stesso concetto con altri termini più comprensibili, stop all’affitto di lavoratori e allo sfruttamento di uomini. È questa la richiesta, fortissima, che Conftrasporto ha deciso di presentare al Governo in un momento nel quale a livello comunitario si sta riaprendo la discussione sulla modifica delle normative che consentono la possibilità di distaccare, non per le imprese che decidono di operare in altri Paesi della Comunità, bensì per le agenzie di intermediazione, del personale mobile. Un vero e proprio “esodo” che nel volgere di cinque anni ha visto più che raddoppiare l’esercito dei “distaccati” passati da 670mila a un milione e 400mila, con una forte quota di lavoratori del settore autotrasporto. Continua a leggere



Compagnie di navigazione italiane colate a picco entro 5 anni? Evitarlo si può

Gli armatori italiani potrebbero alzare bandiera bianca entro cinque anni come ha denunciato il proprietario di Moby e Tirrenia Vincenzo Onorato? Difficile dirlo: più facile invece prevedere che possa colare a picco l’occupazione nel settore per i lavoratori italiani qualora le pressioni sul Governo da parte di Confitarma, denunciate dallo stesso Onorato ma smentite dal presidente dell’associazione dell’imprenditoria marittima Emanuele Grimaldi, portassero davvero all’estensione di benefici fiscali italiani a tutte le bandiere comunitarie, anche a quelle che imbarcano marittimi extracomunitari. Onde  evitare dubbi, meglio precisare subito una cosa: chi è al timone dell’Italia deve trovare una rotta che difenda i posti di lavoro per gli italiani. Continua a leggere



Autostrade del mare, ecco chi parla e chi cerca invece di fare i fatti

Qualche superstizioso avrà salutato il 2016, anno bisestile, facendo gli scongiuri di rito; altri invece, meno sensibili all’irrazionale, probabilmente l’hanno accolto con speranza, come possibile portatore di positività e ripresa. Il mondo dell’autotrasporto, semplicemente, ha salutato il 2016 con l’augurio che porti fatti concreti. Per esempio facendo sì che in tempi brevi le risorse stanziate dal governo nella Legge di stabilità per i trasporti divengano fruibili e, soprattutto, che finalmente tutti possano trovare posizioni condivise avviando insieme un nuovo percorso che metta fine agli interventi a pioggia e che abbia due “punti d’arrivo” strategici: quelli al centro di precise richieste concordate con il ministero dei Trasporti dalle organizzazioni responsabili, ovvero far ripartire il trasporto combinato e privilegiare il rispetto dell’ambiente. Continua a leggere



Meganavi, ecco perché l’Italia rischia di perdere anche questo… treno

Mega navi e porti italiani inadeguati ad accoglierle: un tema di grande interesse quello affrontato nel convegno di Federagenti che si è recentemente tenuto a Roma e che ha fatto emergere una verità ineluttabile: lo sviluppo del trasporto marittimo, sempre più indirizzato verso il gigantismo navale, è strettamente dipendente dai fattori infrastrutturali. Con un’altra certezza: quando si parla di infrastrutture non è sufficiente pensare ai fondali, ciò che è essenziale è la funzionalità delle reti ferroviarie o stradali sulle quali trasferire i container appena sbarcati. Continua a leggere



Omicidio stradale e riforma dei porti: è la solita politica di tante parole e pochi fatti

Il 2015 se ne va e con esso alcuni progetti che l’Italia attendeva. Come l’introduzione del reato di omicidio stradale e la riforma dei porti. Per quanto riguarda il primo, i soliti facili annunci l’avevano dato per approvato fin da agosto. Cosa l’ha fermato? Non esiste una contrarietà concettuale ma esistono forti perplessità sul sistema sanzionatorio che i senatori hanno invece introdotto, oltre a dubbi sulla costituzionalità e soprattutto l’assenza di un obiettivo rieducativo. Il percorso è a ostacoli e per superarli è sperabile che il Governo non ricorra ancora a una votazione di fiducia alla Camera, considerando il fatto che già averla posta al Senato non è stato edificante e soprattutto che per un reato la cui punibilità è condivisa non avrebbe senso. Continua a leggere



Il Sistri? È la prova che l’Italia sa prendere in giro i cittadini come nessun altro…

Sistri, perché dobbiamo pagare per non avere nulla? Con questa domanda si apre la lettera aperta al presidente del Consiglio Matteo Renzi pubblicata (per una di quelle coincidenze curiose accanto alla prima pagina dell’Inserto Controcorrente dedicata ai furti…) sull’edizione di lunedì 21 del Giornale. Una domanda che esige una risposta sul futuro ma deve far riflettere sul passato. Già, perché quella del sistema informatico istituito per tracciare il trasporto di rifiuti pericolosi è una lunga storia e decisamente unica, almeno in quanto ad assurdità. Continua a leggere



Fermiamo i viaggi dei migranti dicendo loro la verità su cosa li aspetta da noi…

Stradafacendo vi dico che…  Avremmo potuto intitolare così il nuovo spazio di stradafacendo.tgcom24.it dedicato agli interventi, riservati a quelle persone che vogliono diventare “commentatori” del superblog. Un’area dove troveranno spazio i più interessati fra i tanti scritti che vengono inseriti dai lettori in coda alle varie notizie.

Fermare il flusso dei migranti? Un modo c’é, anzi c’è sempre stato, ma “stranamente” nessuno sembra averci pensato. Dimenticanza? Superficialità? O voglia di non andare a smuovere le acque in un “affare” miliardario per molti, per chi sui profughi ci specula? Il modo, semplicissimo, è (ed era) quello di acquistare spazi sui giornali (ma anche sulla cartellonistica stradale, vicino a porti e aeroporti dei Paesi da cui partono gli “eserciti dei tantissimi disperati e, a volte, di qualche esponente della feccia dell’umanità) per invitare i protagonisti dei tanti “viaggi della speranza”, a guardare in faccia la realtà, a scoprire la verità. Per informarli che spesso quello che li attende può essere se non peggio, non molto meglio di quello che hanno lasciato. Per spiegare loro che chi li accompagnerà in questo viaggio della speranza spessissimo è un lurido criminale della peggior specie, pronto a farli crepare, insieme ai loro figli, dopo aver intascato i duemila o tremila euro che gli ha “rapinato”, durante un viaggio fra mille pericoli su un gommone nel mare in tempesta, o stivati nel doppiofondo di un camion dove l’aria rischia di venire a mancare. Continua a leggere