Negli ultimi anni non è certo stata portata come esempio di regione virtuosa sul fronte dell’ambiente, la Lombardia. Richiami dell’Unione Europea per il superamento della soglia delle polveri sottili in numerose città, esposti in Tribunale con citazioni anche per il presidente Roberto Formigoni (nella foto). Ora lo stesso governatore gioca d’anticipo per creare le condizioni affinché la mobilità futura sia sempre più compatibile con l’ambiente, la salute e lo sviluppo. Il presidente è intervenuto alla tavola rotonda “Una scossa alla città. Mobilità, energie, ambiente”, organizzato dal mensile Espansione.
Formigoni auspica un’azione di sistema che coinvolga anzitutto Unione europea e Governo nazionale per arrivare poi agli enti locali. Con tutti la collaborazione è già in fase avanzata, ma si può fare ancora di più.
“L’Ue”, ha detto Formigoni, “deve imporre limiti restrittivi alla concentrazione degli inquinanti che tengano però conto delle peculiarità e delle condizioni locali. Anche gli incentivi non possono essere dati tutti allo stesso modo, perché è evidente che la conformazione orografica della Lombardia è del tutto particolare e provoca ristagno degli inquinanti decine di volte superiori rispetto ad altre Regioni che godono invece di ventilazione e ricambio d’aria”. La Lombardia, prima Regione in Italia a dotarsi nel 2006, di una e vera e propria legge sull’aria, solo nel 2009 ha messo in campo incentivi per 104 milioni di euro, a cui nei primi mesi del 2010 ne sono stati aggiunti altri 28. “Il secondo livello”, ha aggiunto Formigoni, “è quello nazionale. E per questo siamo molto contenti che, per la redazione del piano antismog che sarà presentato settimana prossima alla Commissione europea, la stessa abbia ascoltato i consigli delle Regioni e della Lombardia in particolare”.
L’auspicio è dunque che, oltre al blocco dei mezzi maggiormente inquinanti e agli incentivi per i filtri, si arrivi a un piano d’azione “coraggioso” e a provvedimenti strutturali. Questo significa anche “corresponsabilizzare le Regioni in scelte e comportamenti virtuosi, individuando nuove competenze. Il terzo livello è quello dei livelli territoriali locali, vale a dire Province e Comuni, da sempre coinvolti nella sfida nella consapevolezza che agire a livello locale è strategico. “Siamo consapevoli”, ha concluso Formigoni, “che tutto ciò non basta se vogliamo veramente contribuire a una nuova idea di mobilità. Per questo il nostro compito è anche quello di sostenere la ricerca e l’innovazione alimentando una rete di eccellenza a livello europeo. Non si tratta principalmente di erogare contributi, ma di dare chiare indicazioni di policy. L’area di azione della politica è quella di accompagnare la ricerca scientifica, rendendo possibile e giusta l’applicazione delle nuove scoperte, perché la mobilità a impatto zero non è una chimera, ma un obiettivo realizzabile”.