Formigoni auspica un’azione di sistema che coinvolga anzitutto Unione europea e Governo nazionale per arrivare poi agli enti locali. Con tutti la collaborazione è già in fase avanzata, ma si può fare ancora di più.
“L’Ue”, ha detto Formigoni, “deve imporre limiti restrittivi alla concentrazione degli inquinanti che tengano però conto delle peculiarità e delle condizioni locali. Anche gli incentivi non possono essere dati tutti allo stesso modo, perché è evidente che la conformazione orografica della Lombardia è del tutto particolare e provoca ristagno degli inquinanti decine di volte superiori rispetto ad altre Regioni che godono invece di ventilazione e ricambio d’aria”. La Lombardia, prima Regione in Italia a dotarsi nel 2006, di una e vera e propria legge sull’aria, solo nel 2009 ha messo in campo incentivi per 104 milioni di euro, a cui nei primi mesi del 2010 ne sono stati aggiunti altri 28. “Il secondo livello”, ha aggiunto Formigoni, “è quello nazionale. E per questo siamo molto contenti che, per la redazione del piano antismog che sarà presentato settimana prossima alla Commissione europea, la stessa abbia ascoltato i consigli delle Regioni e della Lombardia in particolare”.
L’auspicio è dunque che, oltre al blocco dei mezzi maggiormente inquinanti e agli incentivi per i filtri, si arrivi a un piano d’azione “coraggioso” e a provvedimenti strutturali. Questo significa anche “corresponsabilizzare le Regioni in scelte e comportamenti virtuosi, individuando nuove competenze. Il terzo livello è quello dei livelli territoriali locali, vale a dire Province e Comuni, da sempre coinvolti nella sfida nella consapevolezza che agire a livello locale è strategico. “Siamo consapevoli”, ha concluso Formigoni, “che tutto ciò non basta se vogliamo veramente contribuire a una nuova idea di mobilità. Per questo il nostro compito è anche quello di sostenere la ricerca e l’innovazione alimentando una rete di eccellenza a livello europeo. Non si tratta principalmente di erogare contributi, ma di dare chiare indicazioni di policy. L’area di azione della politica è quella di accompagnare la ricerca scientifica, rendendo possibile e giusta l’applicazione delle nuove scoperte, perché la mobilità a impatto zero non è una chimera, ma un obiettivo realizzabile”.