Far navigare la sicurezza in Europa, la nuova “missione speciale” con al timone Naviris

Costruire una nuova nave tecnologicamente innovativa, economicamente accessibile, ambientalmente sostenibile e, ancora, interoperativa e flessibile, progettata per incontrare un ampio raggio di missioni future in un contesto globale in continua evoluzione. E’ questa la “missione speciale” affidata al consorzio guidato da Naviris insieme a Fincantieri, Naval Group e Navantia per il programma Mmpc, acronimo di Modular and multirole patrol corvette. Una missione “approvata” nel luglio scorso, dalla Commissione europea, che ha selezionato proprio la proposta presentata dal consorzio, che ha compiuto un ulteriore passo in avanti con la sigla, da parte degli amministratori delegati delle quattro società, di un accordo preliminare consortile, che mira a disciplinare l’esecuzione del bando rendendo sempre più concreta una possibile strategia comune massimizzando le sinergie e la collaborazione tra le industrie cantieristiche europee. Obiettivo: sviluppare insieme una nuova unità, la Epc, ovvero European Patrol Corvette, con la quale le società vogliono fornire all’Europa un nuovo strumento di controllo comune garantendo con temporaneamente la sovranità europea nel settore delle navi di seconda linea. Come appunto la nuova Epc, frutto di un progetto “basato su tecnologie innovative e “di rottura” rispetto al passato, che contribuirà fortemente alla sovranità europea nel settore navale, rafforzando l’industria continentale, aumentando la cooperazione, l’efficienza e riducendo la duplicazione della spesa per la difesa”, come sottolinea un comunicato stampa diffuso da Fincantieri in occasione della sigla dell’accordo. Un comunicato dal quale “emerge” chiaramente come “l’ obiettivo principale sia sviluppare il progetto iniziale della nave, massimizzando le innovazioni, le sinergie e la collaborazione tra l’industria cantieristica europea”. Il tutto attraverso la partecipazione di quattro Paesi, Italia, Francia, Spagna e Grecia, per quanto concerne la cooperazione strutturata permanente decisa dell’Unione europea nell’ambito della politica di sicurezza e di difesa comune volta all’integrazione strutturale delle forze armate di 25 dei 27 Stati membri e di sei Stati (Italia, Francia, Spagna, Grecia, Danimarca e Norvegia) coinvolti nel co-finanziamento. E coinvolgendo oltre alle tre principali società cantieristiche europee, Fincantieri, Naval Group Navantia, oltre a 40 aziende specializzate in sistemi e apparecchiature marittime provenienti da 12 paesi dell’Ue. “La valutazione comune delle società è che l’Unione europea si trova sempre più di fronte a molti tipi di minacce (aumento delle tensioni tra grandi potenze, problemi di immigrazione illegale, terrorismo… ) e negli ultimi anni, in particolare durante il 2021, sono aumentate le richieste ai Paesi europei di assumersi la responsabilità della propria sicurezza sia all’interno della Nato sia come parte della politica europea di sicurezza e difesa comune” si legge sempre nel comunicato, “con diversi Stati membri che hanno ripetutamente sottolineato la necessità di sviluppare capacità militari comuni per affrontare sfide comuni”. A partire dalla Epc che Naviris, joint venture tra Fincantieri e Naval Group chiamata timonare il consorzio, è pronta a realizzare salpando da una consapevolezza: poter schierare in campo i principali attori industriali europei nel settore della difesa navale.

Testo di Pietro Barachett, foto Fincantieri Media Relations

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