Un invito alla “squadra dei parlamentari bergamaschi”, composta da 18 esponenti di diversi schieramenti politici eletti alla Camera e al Senato, a “scendere in campo” al fianco degli autotrasportatori bergamaschi che dopo aver letteralmente guidato in Italia la corsa al rinnovo dei mezzi aziendali, accogliendo più di chiunque altro l’invito ad acquistare camion alimentati a gas per ridurre l’inquinamento, sono stati “puniti” (insieme a tantissimi altri colleghi in tutta Italia) per questa loro scelta. “Condannati” a pagare un prezzo altissimo (fra costi d’acquisto dei mezzi sensibilmente più alti rispetto a quelli diesel, incentivi che sono arrivati dimezzati rispetto alle promesse e i continui rincari che hanno fatto salire alle stelle il pieno di combustibile verde) di fatto perché “colpevoli di aver deciso di favorire la sostenibilità ambientale”. A rivolgere l’invito ai 18 deputati e senatori bergamaschi a “scendere in campo”, sostenendo un emendamento alla manovra Finanziaria che impedisca questa autentica assurdità, è la Fai, federazione autotrasportatori italiani, di Bergamo, con una lettera aperta ai suoi “rappresentanti a Roma”. Ecco il testo integrale. “C’è una “squadra” di parlamentari e senatori che Bergamo e provincia hanno “selezionato” come propri rappresentanti a Roma, per far sentire a livello nazionale la voce del proprio territorio. Ed è a questa “squadra”, composta da 18 “titolari” (Daniele Belotti, Stefano Benigni, Fabiola Bologna, Roberto Calderoli, Elena Carnevali, Leyla Ciagà, Devis Dori, Gregorio Fontana, Rebecca Frassini, Alessandra Gallone, Cristian Invernizzi, Toni Iwobi, Antonio Misiani, Simona Pergreffi, Daisy Pirovano, Alberto Ribolla, Alessandro Sorte, Guia Termini) che oggi la Fai, federazione autotrasportatori italiani, di Bergamo si rivolge, invitandola a scendere in campo per far sentire una voce che non può più restare inascoltata: quella di tantissimi imprenditori del territorio che si ritrovano “condannati a pagare” non per una colpa commessa, non per aver sbagliato, ma, incredibilmente, per un “merito”, per aver fatto qualcosa per cui avrebbero dovuto essere elogiati, citati come esempio da seguire: “colpevoli” di aver raccolto l’appello lanciato per combattere l’inquinamento acquistando mezzi tecnologicamente avanzati in grado di ridurre le emissioni. Scelta non facile da prendere per imprese già duramente provate dalla crisi e poi dalla pandemia, ma che è stata fatta da molti autotrasportatori del territorio, come testimoniano i numeri delle centinaia di camion alimentati a Gnl immatricolati in questi anni per rinnovare le flotte, eliminando i mezzi più vecchi e inquinanti. Investimenti destinati a incidere significativamente nei bilanci (perché i mezzi pesanti alimentati a gas costano decine di migliaia di euro in più dei camion a gasolio) che tanti imprenditori hanno compiuto spinti da una cultura ambientalista che, prove alla mano, appartiene alla categoria molto più che ad altri (e in particolare a chi di “sostenibilità” preferisce limitarsi a parlare) ma anche dalla convinzione di poter nel tempo recuperare almeno una parte dei costi aggiuntivi sopportati, godendo degli incentivi promessi e risparmiando sui “pieni” grazie al costo ridotto del gas rispetto al diesel. Peccato che gli aiuti economici siano arrivati in molti casi dimezzati rispetto alle promesse e che chi ha investito “a fin di bene comune” abbia dovuto pagare di tasca propria l’assurda “esplosione” dei costi del gas, passati dagli 80 centesimi circa di pochi mesi fa ai quasi 2 euro di oggi. Come a dire: un danno e una beffa inflitti insieme. Una situazione inaccettabile contro la quale la Fai di Bergamo chiede ai parlamentari e ai senatori bergamaschi di intervenire. Fermando, innanzitutto, la riduzione delle agevolazioni sui carburanti fossili anticipate dal ministro per lo sviluppo economico Roberto Cingolani e facendo partire invece sostegni “veri e immediati” alle imprese che hanno investito in mezzi alimentati a gas naturale liquefatto. Riconoscendo, per esempio, come richiesto a livello nazionale da Conftrasporto-Confcommercio, dal 1° gennaio 2022 alle imprese che operano nella logistica e nel trasporto delle merci con mezzi di trasporto ad elevata sostenibilità un credito d’imposta del 30 per cento del costo di acquisto al netto dell’imposta sul valore aggiunto di Gnl utilizzato per la trazione dei mezzi pesanti, promuovendo così la sostenibilità d’esercizio e incentivando il processo di efficentamento energetico nel settore del trasporto merci. Solo così si potrà evitare un nuovo stop alla ripresa economica, impedendo che costi diventati insopportabili fermino proprio quei mezzi che il Governo ha invitato ad acquistare per tutelare l’ambiente. Alla “squadra dei suoi parlamentari e senatori” Fai Bergamo chiede di fare un primo passo concreto sostenendo proprio l’emendamento alla manovra Finanziaria che chiede di riconoscere questo credito d’imposta del 30 per cento. Un primo passo, con l’augurio possano seguirne altri che la federazione sarà lieta, qualora venisse interpellata in materia, di poter suggerire ai propri rappresentanti politici, mettendo a loro disposizione la propria esperienza sul campo”.