Da eroi a fantasmi: storia dei camionisti, costretti a fermarsi perché non possono fare i tamponi

Sono partiti indossando i panni dei supereroi ai tempi del lockdown per ritrovarsi oggi, nell’era del Green pass obbligatorio per poter lavorare, a vestire quelli dei fantasmi, di cui nemmeno accorgersi: è questo il “viaggio” compiuto da marzo 2020 a oggi dai camionisti italiani fermati da un Governo che sembra non curarsi nemmeno delle richieste del settore. Richieste di poter lavorare senza essere fermati da un tampone che, per chi guida per centinaia di chilometri ogni giorno, è praticamente impossibile fare; richieste di poter “mantenere in vita le aziende di autotrasporto italiane” senza trasformarle in facili prede da conquistare da parte della concorrenza straniera alla quale è invece consentito di viaggiare liberamente, quasi a “legalizzare” di fatto la concorrenza sleale. Richieste che i responsabili della Fai, federazione autotrasportatori italiani, dell’Umbria hanno deciso di ribadire trasformando la propria protesta anche in grafica, con tanto di Superman e fantasmini a rappresentare i camionisti di ieri e di oggi, per cercare di rendere ancora più visibili le proprie istanze riassunte in un comunicato stampa nel quale accanto alla denuncia per “l’assoluta noncuranza del Governo” si affianca quella per il tentativo di “far passare la nostra categoria come facinorosi no vax”che vogliono bloccare il Paese”. Una “raffigurazione”, quest’ultima distantissima dalla realtà, come afferma Carlotta Caponi, presidentessa della Fai umbra, spiegando che “come in tutti gli altri settori, anche nell’autotrasporto registriamo alcuni lavoratori che non intendono vaccinarsi”, ma sottolineando immediatamente come “scelgano di sottoporsi a tampone per ottenere il “certificato verde”. Ciò che la Fai chiede”, prosegue Carlotta Caponi, “è che il Governo consideri la specificità del nostro settore e metta in condizioni i nostri operatori di accedere agevolmente ai tamponi, per esempio creando degli “hot spot” per i test sulle principali arterie stradali e autostradali del Paese visto che i nostri operatori non entrano a lavoro passando per un “tornello” ma sono su strada spesso 6 giorni su 7. Senza un’azione volta a facilitare l’accesso ai tamponi al nostro personale viaggiante, si sta ledendo il diritto ad accedere al proprio luogo di lavoro all’autista in quanto lavoratore. Se qualcuno se lo fosse scordato, i nostri autisti sono gli stessi eroi  di marzo 2020: persone che, nonostante il timore per il virus  non si sono mai tirati indietro garantendo gli approvvigionamenti di merci ai negozi e materie prime alle industrie” . Storia “passata” che sembra essere stata facilmente dimenticata da un Governo di cui “spiace notare l’assoluta noncuranza rispetto a queste semplici richieste e che anzi, tende a far passare la nostra categoria come “facinorosi no vax”che vogliono bloccare il Paese! Addirittura, nell’immediata vigilia dell’entrata in vigore del decreto, è stata emanata una circolare a firma congiunta dei capi di gabinetto del ministero della Salute e di quello delle infrastrutture e della Mobilità sostenibile che pare consentire ai soli “equipaggi dei mezzi provenienti dall’estero” di viaggiare anche senza Green Pass, a condizione che l’autista non carichi-scarichi il mezzo: un’inaccettabile disparità nei confronti dei nostri autotrasportatori italiani che fanno solo trasporto nazionale”. Infine una precisazione:”Non stiamo parlando di fermo dell’autotrasporto contro l’obbligo di Green Pass, ma di mezzi che restano fermi nei piazzali perché gli operatori non sono stati messi in condizione di poter effettuare i tamponi. C’è una bella differenza, che però qualcuno sembra non voler considerare”.