Gli assedi e le violenze dei Si Cobas all’azienda di logistica hanno portato a 40 licenziamenti

Due mesi vissuti in stato d’assedio, durante i quali l’azienda ha dovuto subire, nell’arco di sole quattro settimane, addirittura 18 blocchi violenti di merci e persone a opera di un gruppo di lavoratori che denunciavano irregolarità puntualmente risultate infondate alla verifica dei fatti. Una situazione incredibile quella vissuta per tutto questo tempo nelle piattaforme logistiche di Truccazzano, Vimodrone e Pozzuolo Martesana della LGD, Coop milanese leader nella logistica alimentare, dove i “protestanti” non permettendo l’entrata e l’uscita di mezzi, merci e persone hanno di fatto impedito la regolarità delle operazioni commerciali, ponendo la stessa azienda, come si legge in un comunicato, “di fronte al concreto rischio di sopravvivenza economica, considerando che la Cooperativa occupa altri 1.200 lavoratori, tra dipendenti e soci”. Ora la vicenda fa registrare un nuovo “capitolo”: il licenziamento da parte della Coop di 40 lavoratori. Una decisione obbligata che i responsabili della LGD sono stati costretti ad assumere di fronte a “uno stato di agitazione proclamato su basi assolutamente inconsistenti” con “manifestazioni, illecite e spesso violentesfociate anche in una aggressione fisica nei confronti di un dipendente che si recava al lavoro nel sito di Pozzuolo Martesana. Ancora oggi non comprendiamo la ragione della violenza delle azioni poste in essere, di comportamenti illeciti e violenti, che stigmatizziamo con decisione, e che certamente non rientrano nel diritto di sciopero,  come sostenuto dai rappresentanti dei lavoratori, istituto che per noi ha un grande significato e valore”, ha affermato il presidente della Cooperativa, Giuseppe Ghezzi, che nel comunicato sottolinea come la decisione “seppur difficile, sia la conseguenza di azioni irresponsabili, senza alcun fondamento concreto, che non possono non essere sanzionate anche nel rispetto degli altri lavoratori che hanno subito queste continue provocazioni senza far mancare mai il loro impegno”. L’ultimo inevitabile capitolo di una storia iniziata il 19 agosto quando la società LGD, subappaltatrice per Brivio & Viganò Logistics della gestione di magazzino nei depositi UNES di Truccazzano e Vimodrone, si è trovata ad affrontare una prima serie di blocchi (destinati a diventare 11) illegittimi da parte di alcuni lavoratori iscritti al sindacato Si Cobas motivati da una serie di richieste economiche da parte del sindacato di incrementare il trattamento retributivo garantito dal Contratto collettivo nazionale di lavoro e da successivi accordi di secondo livello. Richieste che l’azienda ha rispedito al mittente non solo perché “non sostenibili economicamente” dalla cooperativa che, oltre alle due piattaforme di Truccazzano e Vimodrone gestisce altre strutture logistiche con più di 1200 dipendenti”, ma anche  perché, “cedere simili richieste, non supportate da sostanziali motivazioni, non sarebbe stato etico e rispettoso nei confronti di tutti gli altri lavoratori”, come aveva spiegato sempre Giuseppe Ghezzi rispondendo alle false accuse con una autentica e e inconfutabile verità: ovvero che “LGD ha sempre ritenuto che la legalità e il rispetto dei contratti nazionali di lavoro sia un elemento distintivo e un suo punto di forza”. Verità emersa proprio dai controlli fatti per rispondere alle “accuse” dei rappresentanti di Si Cobas che nella proclamazione di stato di agitazione avevano sottolineato errori nella redazione delle buste paga: “motivazioni già contestate da LGD perché non veritiere e in ogni caso non proporzionate ai comportamenti tenuti da questa organizzazione”, come concludono i responsabili dell’azienda denunciando come quanto subito in questi due mesi di vero e proprio assedio non sia stato “uno sciopero, diritto costituzionalmente garantito”, ma invece una serie di ”attività di blocco illegittimo di persone e mezzi, configurando un grave illecito, soprattutto tenendo conto che nelle piattaforme logistiche di Truccazzano e Vimodrone si ricevono, preparano e movimentano merci deperibili destinate ai supermercati di tutto il Nord Italia per uno storico marchio della distribuzione”. “Anche durante questi episodi abbiamo sempre  tentato di dialogare con Si Cobas sui temi oggetto dello stato di agitazione ma il sindacato ha risposto spostando l’attenzione su provvedimenti disciplinari che  l’azienda non aveva invece preso”, aveva spiegato nelle scorse settimane Giuseppe Ghezzi, preannunciando che “di fronte a situazioni che esulano le previsioni normative e le tutele del diritto allo sciopero, configurandosi per di più reati al vaglio della magistratura competente”, la cooperativa LGD non sarebbe rimasta a guardare e, soprattutto a subire, “tutelandosi in tutte le sedi”. E dopo due mesi la risposta degli “assediati” è arrivata.