Gas per autotrazione, i costi alle stelle rischiano di fermare la lotta all’inquinamento

“L’aumento repentino dei prezzi di mercato del gas ha spinto il suo valore verso cifre che nessuno avrebbe mai immaginato, costituendo una vera anomalia se consideriamo che dal 2005 a oggi il prezzo medio annuale del gas si è sempre attestato intorno ai 24,50 centesimi al metro cubo. Questo certamente lascia ben sperare che, superate le attuali tensioni di mercato, i prezzi si riassestino sui valori normali, ma tuttavia è innegabile che la situazione attuale costituisca per Federmetano una forte preoccupazione, poiché le conseguenze di tale andamento del mercato si abbattono sugli operatori del settore, imprenditori e lavoratori che rappresentano una eccellenza nazionale, e su una utenza che dimostra di avere una grande fiducia nel gas naturale per auto”. Inizia così il comunicato stampa che Federmetano ha diffuso per “tutelare operatori e utenti del settore metano per autotrazione, un comparto che rappresenta un’eccellenza italiana e un’importante opportunità di decarbonizzazione per il Paese”. Un documento nel quale si evidenzia come “non a caso il consumo di Cng del primo semestre 2021 sia stato pari a +13 per cento rispetto al semestre 2020, dato che, sommato al progressivo aumento del circolante a metano negli ultimi 5 anni, passato da 1,071 milioni di veicoli nel 2019 a 1,088 milioni nel 2020, delinea un settore vitale che tanto ha da dare al Paese e ai cittadini. In attesa che le risorse e le misure previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza si traducano in maggiori quantitativi di biometano disponibili sul mercato”, si legge ancora nella nota, “Federmetano farà quanto in suo potere per sostenere gli operatori del comparto a fronte dell’attuale emergenza, per continuare a garantire all’utenza prezzi congrui per questo carburante, necessario per correre lungo la strada della sostenibilità. Non dimentichiamo, infatti, che questa escalation dei prezzi della materia prima gas mette in difficoltà un settore di eccellenza che presenta enormi opportunità di decarbonizzazione per l’Italia e per l’Europa. Nel nostro Paese sono in esercizio quasi 1500 stazioni di rifornimento di Cng”. Infrastrutture, ha ricordato Dante Natali, presidente di Federmetano, “ che alimentano il 2,1 per cento del parco circolante nazionale, ossia mezzi che già oggi per il 20 per cento si muovono a biometano, e che rappresentano un ponte verso la distribuzione e l’utilizzo dell’idrogeno”. Per quanto riguarda il gas Lng infine Federmetano ritiene che il mercato “così come è stato rapido nel recepire gli aumenti, sarà altrettanto celere nell’adeguarsi alle diminuzioni del prezzo della materia prima, non appena queste si verificheranno” E questo perchè “d’altra parte non si vedono ulteriori elementi strutturali che possano prolungare la criticità attuale” e perchè “il perdurare di tale anomalia avrebbe conseguenze negative sull’evoluzione in chiave ecologica del settore trasporti che negli ultimi anni è stato protagonista di una vera rivoluzione”. Rivoluzione confermata dai numeri: “dall’apertura del primo punto vendita Lng nel 2014 a oggi si contano oltre 100 distributori in attività sul territorio, a cui si sommano altri 31 punti vendita in fase di progettazione o costruzione. Sempre dal 2014 a oggi, sono stati poi immatricolati oltre 3.600 mezzi pesanti a Lng. In particolare, tra gennaio e agosto 2021 sono stati immatricolati 721 veicoli Lng con un più , 49 per cento rispetto allo stesso periodo del 2020. Mezzi che”, è l’ultima ma non certo per importanza annotazione, “ comportano un abbattimento del particolato – Pm10, Pm2,5 -, un calo degli inquinanti locali – NOx e SOx – e una riduzione del 20 per cento delle emissioni di CO2 e che potranno essere alimentati in misura sempre maggiore a BioLng, al crescere della sua disponibilità”