Prendete un sistema di distribuzione delle merci che non funziona, con i tempi di attesa allo scarico che “sono diventati insopportabili” e uno stato delle infrastrutture “oggettivamente complesso che a sua volta genera un aumento dei tempi di consegna delle merci”; aggiungete “l’aumento della domanda di trasporto che arriva dal mondo produttivo” con la ripartenza dell’economia dopo la crisi causata dalla pandemia e “l’esigenza di coniugare tempi di consegna sempre più stretti con il prioritario rispetto delle norme di sicurezza della circolazione”, mescolate il tutto ed ecco servita una “miscela esplosiva dell’autotrasporto” pronta a esplodere grazie anche a un potentissimo “acceleratore della combustione”: la mancanza di autisti ,con circa 17 mila conducenti di camion che non si trovano nonostante un numero spaventoso di disoccupati. A fotografare la situazione, disastrosa, dell’autotrasporto italiano è Thomas Baumgartner, presidente di Anita, l’Associazione nazionale imprese di autotrasporto, che dalle pagine del Corriere della Sera ha riproposto un allarme già suonato e risuonato più volte negli ultimi anni senza che nessuno però abbia mai saputo trovare la strada per “silenziarlo”. Con il risultato di ritrovarsi, oggi, a fronteggiare una situazione drammatica, con il rischio che molte merci non possano essere consegnate, frenando sul nascere la possibile ripartenza. Una situazione talmente grave da spingere i responsabili dell’associazione a chiedere al governo di inserire nel prossimo decreto flussi, ovvero il provvedimento con il quale il Governo italiano stabilisce ogni anno le quote di ingresso dei cittadini stranieri non comunitari che possono entrare nel nostro Paese per motivi di lavoro, una quota riservata agli autisti per favorire il reclutamento di immigrati da mettere al volante dei camion, oltre che di attuare nuove manovre per riqualificare e formare “personale da rintracciare sul mercato del lavoro italiano”. Rimedi da trovare in fretta per evitare di dover vivere situazioni analoghe a quelle che stanno verificandosi in Inghilterra dove, a situazione che va manifestandosi in Inghilterra dove, complici le complicazioni introdotte dalla Brexit e dall’ondata di nuovi contagi provocata dalla variante Delta del Covid 19, molti scaffali nei supermercati sono rimasti vuoti.