Il Ponte sullo Stretto? Va fatto, ma tutto quanto progettato fino a oggi va buttato a mare

Ponte sullo Stretto: tutto cambia perché niente cambi? È questa la domanda, provocatoria , che si è posto il presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè, dopo aver letto le dichiarazioni rese dal ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile Enrico Giovanni davanti alle Commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera. Dichiarazioni che, se da una parte hanno confermato la “necessità” di realizzare l’opera, dall’altra hanno però stabilito che, alla luce dei risultati del gruppo di lavoro incaricato di valutare l’attraversamento stabile dello Stretto, il progetto presentato oltre 10 anni fa non sarebbe fattibile. “Dunque si dovrebbe ricominciare tutto daccapo, con chi è favorevole a una campata, chi a più campate e via dicendo”, sottolinea Paolo Uggé, “con la redazione di un (altro) progetto di fattibilità per andare, poi, a un dibattito pubblico . Non vorrei che fosse l’ennesimo tentativo di prendere tempo perché tutto rimanga com’è. Pur apprezzando alcune scelte ( l’intento di migliorare gli aspetti che dovrebbero velocizzare  l’attraversamento dello Stretto di Messina, con la gestione unitaria e integrata dei servizi di mobilità passeggeri sullo Stretto; la messa a sistema le norme applicabili alle diverse tipologie di servizi coinvolti; la definizione degli incentivi per i collegamenti merci e passeggeri nel quadro della continuità territoriale e un crono programma stringente.), il presidente di Conftrasporto ha voluto però ricordare a tutti, senza rinunciare una dose di ironia, come “la notizia che l’opera sia un’esigenza per il popolo siciliano e che ci siano profonde motivazioni per un collegamento stabile fosse già “arrivata” decenni fa, confermata prima dall’Italia e poi dall’Europa”, ma come , nonostante questo

“da allora di acqua sotto il ponte che non c’è ne sia passata con i progetti diventati vecchi e ormai inutilizzabili. Oggi si ricomincia daccapo, si ipotizzano gruppi di lavoro dedicati con esperti e rappresentanti dei ministeri coinvolti e, anche se si parla di obiettivi da raggiungere entro il 2022 e 2023, ricordo quante volte ci è sembrato di toccare con un dito quel progetto, e quante volte è sfumato”, è l’amarissima conclusione.