Quando ha letto, su stradafacendo.tgcom24, l’articolo in cui un consigliere della sua federazione, la Fai di Bergamo, denunciava il pericolo provocato sulle strade dai tanti, troppi camion che trasportano carichi fissati male, la memoria è corsa immediatamente a una fotografia che aveva scaricato da facebook a marzo scorso: l’immagine di un container letteralmente “volato” sulla pista ciclabile della Valbrembana dopo essere stato “perso per strada” da un camion che percorreva di notte la statale che in quel punto corre proprio pochi metri sopra la ciclabile, frequentatissima di giorno da appassionati delle due ruote, da intere famiglie in gita con i bambini. Una foto di una tragedia “che non è avvenuta solo perché era notte fonda, ma che potrebbe invece avvenire se non ci saranno interventi”, come ha sottolineato, al telefono con la sua federazione, l’associata che quella foto è andata a cercarla sul proprio computer per spedirla ai responsabili della federazione autotrasportatori italiani di Bergamo perchè “proseguissero nella battaglia in difesa della sicurezza, contro i carichi male assicurati, iniziata da Giovanni Andrioletti. Un suo consigliere ma soprattutto”, ha voluto sottolineare, “un collega di quelli seri, professionisti veri, per i quali la sicurezza non sono solo chiacchiere. Come dimostra , del resto, la sua decisione di denunciare un tema “scomodo”, di cui in tanti preferiscono non parlare, come quello dei carichi male assicurati: un pericolo sottovalutato nonostante sia altissimo. Perché quanto denunciato da Giovanni Andriolett”, ha proseguito l’associata, “avviene davvero molto più spesso di quanto si pensi e quella foto postata in rete pochi mesi fa ne è una drammatica prova. Una tragedia sfiorata che potrebbe invece compiersi in ogni istante se non si farà prevenzione, se non si creeranno i presupposti perché i carichi vengano eseguiti in modo corretto, sistemandoli come prevedono le norme. Impedendo che merci, magari del peso di diverse tonnellate, non vengano minimamente “legate”. Come accaduto forse per quel container volato sulla pista ciclabile: ricordo come fosse ora quanto mi aveva detto mio marito: “ci sono quattro grossi bulloni da fissare per bloccare quei tipi di carichi: se il container è volato via è probabile che non ne fossero stati avvitati neanche due su quattro, per garantire un minimo di protezione. Probabilmente per la fretta di partire con il carico”. La stessa fretta d’arrivare denunciata da diversi residenti in val Brembana che più volte, soprattutto durante la notte, quando sulle strade non c’è nessuno a controllare, hanno assistito a scene da brividi: tir carichi di merci lanciati a tutta velocità, addirittura “in gara” per sorpassarsi sul ponte di Sedrina, come ha raccontato un testimone. “Quel container, probabilmente non agganciato, volato sulla pista ciclabile in una curva prima di arrivare ad Ambria non ha fatto vittime per puro caso, così come è stato un vero miracolo che sia sopravvissuta la donna al volante di un’auto che qualche anno fa vicino all’ex manifattura è rimasta schiacciata da un altro container perso per strada”, ha concluso la telefonata l’associata alla fai di Bergamo. “Episodi di fronte ai quali si resta senza parole e con una domanda che continua a riproporsi: dobbiamo sperare sempre e solo nella fortuna?”