Saranno le flotte aziendali a far accelerare le vendite di auto ibride nei prossimi mesi? I dati di uno studio realizzato dall’Osservatorio sulla mobilità aziendale Top Thousand (composto da fleet e mobility manager di grandi aziende) e dalla rivista Fleet magazine dicono di sì, con una crescita che entro un anno potrebbe addirittura raggiungere il 250 per cento rispetto a oggi. Percentuali che emergono dall’elaborazione delle interviste realizzate con 102 responsabili della gestione di flotte aziendali, 75 dei quali hanno dichiarato di voler aumentare in modo significativo il numero di questi veicoli in flotta nei prossimi 12 mesi, con una previsione di aumento che tocca le 15.500 unità nel giro di un anno. L’indagine (vero e proprio viaggio fra numeri, prospettive, vantaggi, ma anche incertezze e criticità di questa alimentazione condotta su un campione di aziende di ogni dimensione e di diversi settori merceologici – farmaceutica, tour operator, banche, logistica, compagnie aeree, assicurazioni, consulenza – per un parco totale gestito di oltre 118 mila veicoli) ha confermato che l’interesse si rivolge, ancora una volta, in modo particolare (con il 54 per cento di responsabili di flotte aziendali che hanno dichiarato di volerli inserire in car list), verso l’ibrido plug-in, ovvero le vetture, chiamate anche chiamati anche Phev (Plug-in Hybrid Electric Vehicle) ricaricabili inserendo la spina nella normale presa di casa o utilizzando un’apposita colonnina, evitando quindi di utilizzare il motore a combustione interna per la ricarica, seguite dal Mild e dal Full Hybrid. Una gerarchia “fotografata” del resto anche dall’offerta dei modelli che saranno lanciati sul mercato nel corso dell’anno guidata proprio dai modelli Phev. Perché le aziende puntano sull l’ibrido? Tra i motivi che spingono i fleet manager a sceglierlospiccano l’abbassamento delle emissioni medie di CO2 (indicato dal 60 per cento degli intervistati), la responsabilità sociale di impresa (segnalato dal 55 per cento), i risparmi negli spostamenti, le tipologie di percorsi e chilometraggi effettuati dai driver (il 57 per cento percorre meno di 100 km al giorno), l’abbattimento dei consumi (segnalato dal 26 per cento del campione) e, non ultimo, la tassazione agevolata del fringe benefit (21 per cento). Quasi 20 fleet nanager su 102 hanno inoltre segnalato il vantaggio derivante da canoni di noleggio che oggi risultano sempre più competitivi. “Lo studio elaborato evidenzia la’ormai consolidata propensione a inserire veicoli ibridi in flotte aziendali, in particolare plug-in hybrid”, ha commentato Gianfranco Martorelli, presidente di Top Thousand. “L’impatto della pandemia non sembra aver rallentato questo processo; le nuove norme penalizzanti sul fringe benefit e gli incentivi governativi stanno anzi supportando questa transizione che si preannuncia inesorabile, ma graduale. La svolta elettrica ci sarà e la mobilità aziendale come sempre farà da apripista, ma ci vorranno diversi anni. Fino ad allora l’ibrido, e in particolare il plug-in, rappresenterà una soluzione concreta e sostenibile per ridurre in modo significativo le emissioni del proprio parco, evitando le ansie e le attuali limitazioni connesse alla tecnologia elettrica”.