L’aumento dei pedaggi autostradali riguarderà tutti gli italiani. Anche quelli che l’autostrada proprio non la usano. Il motivo è semplice. Come spiega la Coldiretti, “l’aumento dei pedaggi pesa notevolmente sui costi della logistica, che incidono per quasi un terzo nella frutta e verdura. In un anno in cui i prezzi dei prodotti agricoli nelle campagne si sono ridotti in media del 13 per cento l’aumento dei costi di produzione dovuto ai rincari delle tariffe per i trasporti e il gas pesa sulle competitività delle imprese ma anche sulla spesa alimentare dei consumatori”.
Infuriate anche le associazioni dei consumatori, già sul piede di guerra per l’aumento del prezzo dei carburanti. “Purtroppo si aggrava ulteriormente il già pessimo bilancio stilato nei giorni scorsi dalle nostre associazioni relativamente agli aumenti tariffari nel 2009”, spiegano i presidenti di Federconsumatori e Adusbef, Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti. “A gas (+28 euro annui a famiglia, con ulteriori aumenti in aprile), benzina (+90 euro annui), rifiuti (+35 euro annui), servizi idrici (+18 euro annui), Rc auto (+130 euro annui) e, come prospettato dalla finanziaria, tasse aeroportuali (+3 euro ogni biglietto per circa 130 milioni di viaggiatori), solo per citarne alcuni, si sono aggiunti gli aumenti annunciati dall’Anas”.
L’aumento è del 2,4 per cento sulle tratte gestite da Autostrade per l’Italia, e addirittura del 15 per cento nella tratta tra Torino e Milano, registrando una media complessiva per tutte le tratte autostradali del 3,8 per cento. “Si tratta dell’ennesimo via libera del Governo ad aumenti del tutto ingiustificati”, dicono i consumatori, “che vanno ad aggiungersi a quelli scattati nel maggio scorso, e che contribuiranno ad aggravare ulteriormente le condizioni delle famiglie, già duramente provate da una terribile annata all’insegna della crisi. Non dimentichiamo, infatti, che tale incremento delle tariffe inciderà pesantemente sulle tasche dei cittadini, non solo in maniera diretta, per quanti utilizzano questo servizio, ma anche in maniera indiretta, a causa del conseguente aumento dei costi di trasporto, che si rifletterà direttamente sui beni di consumo che vengono trasportati in larghissima parte su gomma. Ciò comporterà, per costi diretti ed indiretti, un aumento del tasso di inflazione dello 0,2%, pari ad un maggiore esborso di 60 euro annui a famiglia, che si aggiungono agli aumenti già prospettati, sforando così i 600 euro di aumenti tariffari nel 2010”. “È necessario, quindi”, concludono Trefiletti e Lannutti, “che il viceministro Vegas mantenga la sua promessa di inserire nel decreto mille proroghe un blocco delle tariffe per dare respiro alle famiglie”.