Italtrans, il Polo logistico dove le merci viaggiano nel futuro attrae l’attenzione di tutto il mondo

I  poli si attraggono. Basta prendere una calamita e avvicinare le due estremità, facendo attenzione che siano uno positivo e uno negativo, per scoprirlo. Per scoprire invece che un polo logistico può esercitare un’attrazione magnetica su chiunque, senza che sia “opposto”, basta andare a Calcio, in provincia di Bergamo, dove è stato realizzato uno degli interventi più importanti non solo sul territorio, ma a livello italiano  e internazionale.  Una struttura logistica dal fascino semplicemente magnetico, capace di attrarre l’attenzione delle più importanti aziende mondiali. Una vera e propria “città della logistica”, sorta grazie a un investimento di oltre 100 milioni di euro, che si estende su un’area di 360mila metri quadrati, con una superficie operativa di  circa 150mila, capace di dare lavoro a oltre 800 persone, realizzata dalla famiglia Bellina (alla guida della Italtrans Spa con Germano e Claudio Bellina insieme a Laura Bertulessi, moglie di Claudio), che ha fatto da apripista ad altre realizzazioni.  Mostrando come la logistica d’eccellenza, quella capace di far viaggiare le merci nel futuro, sia una risorsa capace di determinare molteplici benefici. Parola dei progettisti di questo “colosso logistico” diventato da subito punto di riferimento della grande distribuzione, scelto da primari clienti che non hanno avuto esitazioni nel puntare tutto sul nuovo centro della bassa Bergamasca, affacciato sulla  Bre-Be-Mi, il nuovo asse autostradale Brescia-Bergamo- Milano considerato ormai a pieno titolo, anche grazie al polo creato da Italtrans, la nuova via della logistica”. Un corridoio primario per la distribuzione di merci in Lombardia e nel Nord Italia, come testimoniano  i recenti depositi distributivi realizzati dai principali operatori del settore: da Amazon a FinIpe, a MD supermercati. Con MSC pronta a realizzare lo scalo ferroviario a Cortenuova, proprio in diretto collegamento con il casello autostradale di Calcio e il polo Italtrans, nato sui tavoli da disegno  dello studio Domus Ing & arch impegnati per tre anni in un progetto capace di dimostrare l’importanza  di un  “nuovo metodo di concepire la logistica di cui  Italtrans è  stata precursore, ammirato ed imitato da colleghi e concorrenti”, come affermano i responsabili di Domus, elencando i moltissimi “valori aggiunti” dell’intervento: “i movimenti terra, eseguiti a chilometro zero, nel senso che non è entrato un camion di terra e non è uscito un camion di terra, con  tutto il materiale di scavo è stato lavorato e riutilizzato in sito; il trattamento delle acque raccolte e convogliate verso vasche per la separazione delle prime piogge, smaltite in sottosuolo per alimentare le falde acquifere; l’energia da fonti geotermiche, grazie a un sistema che assicura il mantenimento della temperatura di raffrescamento al reparto mini-load grazie all’acqua prelevata dalle falde  a 14 gradi  che entra nel ciclo della produzione del fresco e viene restituita a 17 gradi pulita e senza sprechi al fine di contenere il consumo di energia”. E, ancora, “l’energia fotovoltaica (sulla copertura è presente un sistema di produzione di energia elettrica fotovoltaica per 1,8 Mwp che alimenta l’intero insediamento è che è da considerarsi tra i più efficienti mai realizzati in una struttura destinata alla logistica); le schermature solari (gli uffici rivolti a sud sono schermati per assicurare il massimo confort al personale al quale sono stati riservati oltre agli obbligatori servizi anche spazi ricreativi e di ristoro, mentre  agli  autisti in transito è riservato uno spazio di ristoro dotato di servizi e docce); le mitigazioni ambientali  realizzate con la formazione di collinette, adeguatamente piantumate, sull’intero perimetro del comparto  assicurando una ridotta percezione di ciò che vi è costruito all’interno;  le soluzioni adottate per  viabilità e parcheggi  dedicati ai veicoli dei lavoratori separati dai veicoli commerciali che permettono l’accesso in sicurezza da parte di tutti;  il livello di automazione e la componentistica meccanizzata che rendono il centro di distribuzione una struttura a livello di Industria 4.0”. Tutte facce della stessa medaglia:  quella di un nuovo metodo capace di “guidare” subito a importantissimi  risultati come “la razionalizzazione dei trasporti con la conseguente riduzione, in linea generale, di traffico stradale e di inquinamento atmosferico, perché avere centri di distribuzione merci organizzati, significa che i negozi della Gdo, la grande distribuzione organizzata,  possono essere quotidianamente riforniti mediante il transito di un solo mezzo pesante evitando che tanti piccoli mezzi debbano recarsi al punto vendita per la consegna dei prodotti. Con  ciascun autoarticolato, sottolineano sempre i progettisti, “che  toglie dalla strada da 8 a 10 furgoni/camioncini”, permettendo, grazie alla realizzazione di tre progetti analoghi, di togliere dalle strade dai seimila ai novemila veicoli al giorno”.  Effetti positivi su viabilità traffico inquinamento, ma anche sulla creazione di posti di lavoro “con effetti occupazionali certamente consistenti, con indubbi benefici di ordine economico che si ripercuotono anche su altri settori, come, per  esempio quello immobiliare, ma anche nei servizi che localmente vengono offerti e che costituiscono quel tessuto economico e sociale delle piccole comunità.  Le competenze presenti, abbiamo riscontrato, vanno dal magazziniere all’ingegnere elettronico, dall’impiegato al direttore. La tecnologia di alto livello delle automazioni richiede anche competenze di elevata qualificazione. Nel Comune di Calcio la scuola formazione Ikaros aveva avviato, in vista dell’insediamento della nuovo logistica di Italtrans, un percorso didattico specifico in “trasporti e logistica” che ancora oggi continua a produrre figure professionali che entrano immediatamente nel mondo del lavoro di questo specifico settore”. Senza dimenticare che il cantiere per il polo logistico voluto dalla famiglia Bellina ha anche attratto, come un “colossale magnete”, altri  investimenti sul territorio che hanno permesso e continuano a permettere a realtà imprenditoriali, piccole e grandi che siano, di lavorare: “basti pensare che siamo arrivati ad avere oltre 350 persone occupate nella costruzione: edili, idraulici, elettricisti, giardinieri, pittori, piastrellisti, serramentisti e chi più ne ha, più ne metta”. Figure in molti casi destinate a occuparsi in futuro delle attività manutentive visto che “è noto che questi insediamenti hanno costante necessità di interventi che vanno dai lavori di giardinaggio alla pulizia degli ambienti, dalla fornitura del materiale di consumo alla gestione impiantistica”. Una storia imprenditoriale fatta di molti capitoli, fra cui anche quello dell’ “’implementazione dei servizi pubblici mediante la realizzazione di opere a servizio della cittadinanza: “nell’ambito di questa sola operazione sono state realizzate opere pubbliche per un valore superiore ai 6 milioni di euro, come impianti sportivi, marciapiedi, reti tecnologiche, piste ciclabili, piantumazioni, viabilità. Un nuovo metodo logistico che la pandemia da Coronavirus ha sottoposto al più difficile e drammatico dei test, superato a pieni voti come concludono i responsabili di Domus Ing & arch, sottolineando come il Polo di Calcio abbia permesso “la garanzia, in queste settimane di emergenza Covid, di poter contare su attività di logistica e trasporto più che mai essenziali e vitali per assicurare il rifornimento dei negozi e la consegna a domicilio delle spese, con i Centri di distribuzione attivi che hanno lavorato al limite delle proprie capacità e ancor più avrebbero potuto fare se i progetti di realizzazione dei nuovi Ce.di fossero già stati autorizzati e attivati.”  Parole che aprono uno squarcio su un rovescio della medaglia in questa storia altrimenti assolutamente “perfetta”: “Se da una parte abbiamo riscontrato una grande disponibilità da parte del Comune che ci ha ospitato, sia a livello amministrativo sia tecnico, dall’altra  gli operatori si trovano ad affrontare il nemico numero uno di ogni imprenditore: la  burocrazia. L’imprenditore non è mai preoccupato dall’impegno del “fare”: sono “i tempi” la grande incognita mai stimabile realmente.  Conferenze di Servizi regionali alle quali vengono convocati diversi organismi che non si presentano; termini per l’espressione di pareri che non vengono rispettati; sovrapposizioni e incertezze sulle competenze; cavilli procedurali che lasciano aperta la strada a reiterate richieste di integrazioni/modifiche/chiarimenti che non consentono mai di arrivare a segnare il punto di arrivo.  Pensate che solo per arrivare alla conclusione della “Via”, dall’inizio degli studi, si sono impiegati oltre 18 mesi.  Quarantotto  sono invece i mesi serviti per arrivare a poter avviare il cantiere (dal 2012 al 2016)”. Numeri impressionanti, soprattutto se confrontati  con quelli “operativi”: “Per completare il primo lotto di 41mila metri quadrati sono serviti  solo nove  mesi, per l’intero intervento tre  anni”. L’auspicio ora  anche alla luce del difficile periodo che si prospetta, è che “la Regione e la Provincia riducano i tempi per le verifiche che, debbono essere assolutamente fatte sotto ogni aspetto, ma in tempi certi per gli operatori. È necessario che,  in tempi brevi, le pubbliche amministrazioni dicano si o no.  Ogni approfondimento è fatto da specialisti. Se è sì l’imprenditore procede, se è no, cambia strada. C’è solo bisogno di certezze”.  Sarebbe il miglior finale per una storia bellissima, capace di attrarre in modo irresistibile… 

Testo realizzato da Pietro Barachetti per stradafacendo.tgcom24.it