La settimana scorsa, attraverso le colonne del quotidiano Libero, diretto da Maurizio Belpietro, avevamo fornito alcuni elementi importanti di riflessione al ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Altero Matteoli, su come evitare di far subire al Paese, a partire dal 9 dicembre e per una durata di cinque giorni, il fermo dei servizi di trasporto. Oggi, pur senza volerci attribuire alcun merito, ci fa piacere pensare che quegli spunti di riflessione possano aver contribuito a far si che, dopo una giornata di intense trattative, il ministro Altero Matteoli e il sottosegretario delegato Bartolomeo Giachino siano riusciti a trovare il bandolo di una vertenza che si era complicata per colpa di una gestione della vicenda oggettivamente confusa e della mancanza di confronto con le rappresentanze del settore in questi ultimi mesi. Il mondo dell’autotrasporto era ben consapevole delle difficoltà nelle quali il Governo si trovava. Ne è conferma il fatto che, proprio attraverso Libero, Conftrasporto aveva lasciato chiaramente intendere la necessità di recuperare il confronto smarrito per trovare insieme la strada che conducesse a superare le difficoltà insorte. Nessun imprenditore del settore è così sprovveduto dal non rendersi conto che si sarebbero potuto aspettare dal Governo richieste di rivedere al ribasso le intese economiche sottoscritte. Ciò che si chiedeva era solo di individuare insieme le possibili soluzioni. Addirittura le rinunce di natura economica potevano essere compensate da interventi di carattere normativo di nessun costo per le casse dello Stato, ma di sicuro impatto sull’attività delle imprese del settore. Dare attuazione a iniziative che potessero concorrere a determinare maggior sicurezza sulle strade attraverso normative amministrative avrebbe raggiunto l’obiettivo di dare regole al settore e ridurre le risorse da mettere a disposizione. L’intesa raggiunta non chiude definitivamente la fase vertenziale, che è solo sospesa, in attesa che molti punti dell’intesa trovino le adeguate soluzioni. Da giovedì 17 dicembre si aprirà una serie di confronti che vedono coinvolta anche la committenza, i ministeri competenti e le associazioni del trasporto per individuare le soluzioni sui temi concernenti le regole del settore, la spendibilità delle risorse, utili a contenere il costo del trasporto e a dare liquidità alle imprese del comparto. Imprese che dovrebbero comunque essere particolarmente soddisfatte dal capitolo che riguarda le risorse da inserire nella prossima legge Finanziaria. Restano infatti confermati gli interventi di natura strutturale e ulteriori stanziamenti per un importo di circa 400 milioni di euro, stanziamenti che il Governo, mantenendo l’impegno assunto, ha già inserito nell’apposito emendamento presentato giovedì. La stessa somma prevista nell’anno 2009. In una fase complessa e difficile, se il tutto verrà mantenuto, non si può negare che per le imprese il Governo abbia avuto la giusta considerazione. Si avvierà finalmente una nuova fase? Gli operatori sono particolarmente interessati a riprendere il confronto con tutte le parti che rappresentano il sistema produttivo e dei servizi, ripartendo dal Patto della logistica che aveva visto i protagonisti economici definire le regole e il loro rispetto. Un processo positivo, interrotto durante la passata legislatura, ma nel contempo delicato. La volontà delle parti è quella di dar vita a un nuovo modo di gestire i rapporti che devono vedere due mondi, in questi ultimi tempi contrapposti, riaprire quel dialogo positivo che portò alla predisposizione nel 2005 del “ Patto della logistica”. Molto dipenderà da come verranno gestiti gli incontri tra le parti. Senza un’oculata impostazione che sappia evitare l’evidenziazione delle differenze e individuare invece gli interessi comuni per realizzare una filiera del trasporto competitiva e in grado di competere sul mercato, non vi saranno delle evoluzioni positive. Le prossime settimane lasceranno subito intravedere se le possibilità di una intesa concreta esista o meno. Conftrasporto non può che augurarselo di cuore e si impegnerà affinché gli obiettivi, presenti nel protocollo di intesa siglato martedì, siano raggiunti nell’interesse di tutti. La speranza è che, ognuno nel proprio ruolo e senza tentare difese di interessi particolari a discapito di altri, porti avanti il proprio compito, con competenza ed equilibrio, fino in fondo.