Cooperativa vince la gara per il trasloco di un ente pubblico. Ma non aveva i requisiti per farlo

Se in Italia ci fosse un reale controllo sugli appalti pubblici quanti “sbagli” (a volte cin buonissima fede, altre forse invece voluti in cambio di una bustarella?) si potrebbe scoprire e correggere? La domanda sorge spontanea leggendo la notizia di una gara per il trasloco di un ente pubblico a Milano appaltata a una cooperativa che però non era in regola con i requisiti e, dunque, dovrà rinunciare all’appalto. Uno sbaglio nell’associazione che è stato possibile scoprire solo grazie all’intervento di chi ha voluto vederci chiaro: in questo caso la Federtraslochi (federazione che si prefigge la tutela delle imprese di trasloco professionale, che operano nel rispetto delle regole, nata a Milano quasi 30 anni fa, per iniziativa di alcuni imprenditori del settore, e cresciuta nel tempo anche grazie al supporto della Fai, Federazione autotrasportatori italiani) che con un intervento risultato perfettamente motivato ha convinto l’ente appaltante a esaminare meglio la documentazione prodotta dalla cooperativa risultata vincitrice della gara. Cooperativa che è risultata non possedere l’obbligatoria iscrizione all’Albo nazionale dei trasportatori e che nel suo oggetto sociale non contemplava neppure le attività oggetto dell’appalto. Richiamati al rispetto della legge, i responsabili dell’ente appaltante hanno quindi dovuto annullare l’assegnazione già fatta e rivedere l’esito in favore di un’impresa in regola con i requisiti previsti dalle norme vigenti.