Ergastolo della patente? Agli assassini al volante meglio confiscare denaro e beni

“Prevedere l’ergastolo della patente per punire chi dovesse compiere il reato di omicidio stradale, per il quale è stato predisposto un disegno di legge che ha visto presentare gli ultimi emendamenti in commissione Giustizia, sarebbe un errore madornale, una manovra incostituzionale, inutile e dannosa, in particolar modo per chi con la patente lavora, come moltissimi autotrasportatori, conducenti di mezzi pubblici, tassisti, autonoleggiatori….  Chi lo sostiene  fa solo demagogia da quattro soldi. Esistono altre strade per combattere i criminali al volante, senza scegliere manovre anticostituzionali, visto che verrebbe applicata una sanzione a vita in un Paese dove il carcere a vita non viene dato neppure ai peggiori assassini.  Deterrenti ben più efficaci come manovre che colpiscano, per per esempio, coloro chi si  mettono al volante ubriachi o drogati con multe a cinque zeri, con risarcimenti danni e sequestri di beni  capaci di far passare, questa volta sì “a vita”, la voglia di comportarsi da delinquenti”. Così il presidente nazionale di Fai Conftrasporto Paolo Uggè è intervenuto sul “caso ergastolo della patente”, riaffermando un no deciso a una legge che “farebbe solo fare all’Italia una figura meschina, considerato che già la Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo ha affermato il principio per cui l’ergastolo senza possibilità di liberazione anticipata o di revisione della pena è una violazione dei diritti umani, poiché l’impossibilità della scarcerazione è considerata un trattamento degradante e inumano contro il prigioniero, con conseguente violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo”. Senza dimenticare che, ha aggiunto Paolo Uggé, “l’ergastolo della patente rischierebbe di “scontrarsi frontalmente” con la nostra Costituzione là dove afferma che  le pene devono tendere alla rieducazione del condannato”. E ai “facili demagoghi a caccia di pubblicità su giornali e televisioni che hanno visto nell’ergastolo della patente una comoda strada per conquistarsi un titolo o meglio ancora una fotografia o un’intervista filmata”, Paolo Uggè rivolge un consiglio: quello di “informarsi su come viene trattato il reato di omicidio stradale in Europa, magari leggendo l’analisi realizzata dai responsabili di Ania, l’associazione nazionale fra le imprese assicuratrici. Partendo magari dal Regno Unito, dove le norme di riferimento, il “Road Traffic Act 1988” e il “Criminal Justice Act 2003”, prevedono per il conducente che abbia  cagionato la morte altrui adottando una guida pericolosa, il “Causing death by dangerous driving”,  una “multa illimitata”, a conferma che colpire i colpevoli nel portafogli è la strada migliore, e un’interdizione alla guida per un periodo minimo di 2 anni  con test obbligatorio per il rinnovo. Nessun riferimento, così come in altri Paesi, all’ergastolo della patente, che oltretutto rischierebbe si suonare come l’ennesima beffa nei confronti degli autotrasportatori discriminandoli per l’ennesima volta. Perché? Presto detto: a un autista rumeno, per fare un esempio, che si vedesse togliere la patente a vita dopo aver provocato in Italia un “omicidio stradale”  basterebbe tornare in Romania, dichiarare lo smarrimento del documento, riottenere la patente e rientrare nel nostro Paese tranquillamente al volante di un Tir”.