L’Ilva non si salverà se non verrà pagato chi trasporta e consegna i suoi prodotti

Se gli autotrasportatori non verranno pagati dall’Ilva saranno costretti a non consegnare più i prodotti e se non li consegneranno salvare l’Ilva diventerà impossibile.  A lanciare al Governo il messaggio, tanto chiaro nella sua logica inconfutabile quanto forte nel suo contenuto, sono i responsabili delle principali associazioni di categoria dell’autotrasporto che sull’edizione de Il Giornale di martedì 10 febbraio hanno acquistato una pagina per denunciare una situazione divenuta insostenibile, al punto da far temere il peggio. Un peggio che, se dovesse accadere, avrà un solo grande colpevole, il Governo, accusato a chiare lettere d’essersi comportato da irresponsabile su questa vicenda che, denuncia unito il mondo dell’autotrasporto, sta mettendo a rischio il futuro di più di mille imprese e oltre diecimila lavoratori  che l’Ilva non paga da più di sei mesi, e questo nonostante il gruppo siderurgico incassi con la vendita franco partenza il corrispettivo dovuto agli autotrasportatori. Irresponsabili, vergogna, sono le parole che compaiono a caratteri cubitali sulla pagina che si conclude con un appello rivolto direttamente al presidente del Consiglio Matteo Renzi. Un appello affinché alle chiacchiere facciano seguito i fatti, un appello perché il Governo si accolga che anche decine di migliaia di autotrasportatori sono cittadini come gli altri, con il diritto di essere pagati per il lavoro, indispensabile, che svolgono e con il diritto di essere tutelati dallo Stato.