Sono i professionisti dell’inganno, quelli che se ne fregano di tutor, autovelox, telecamere delle Ztl. Con i loro trucchi superano i limiti di velocità ed entrano nelle zone in cui non potrebbero circolare. Spesso la fanno franca, ma quando vengono beccati sono guai seri. Il campionario dei furbetti è davvero ricco e lo svela Il Giornale che pubblica anche delle foto scattate dalla Polstrada di Genova (clicca qui).
Si parte dalle targhe taroccate. “Non sono pochi i corridori da autostrada beccati con targhe inesistenti ma falsificate alla perfezione. Identiche nel supporto, nei caratteri e colori a quelle «originali»”, si legge su Il Giornale. In questo modo le telecamere filmano l’infrazione ma poi diventa impossibile trovare il proprietario dell’auto. “Ci sono poi sistemi più semplici, un po’ più artigianali, senz’altro meno costosi. Le targhe vengono alterate modificando la composizione alfanumerica. Può bastare un pennarello indelebile per trasformare una «R» in «P» o una «F» in «E»”. E con un pezzetto di nastro adesivo è semplice cambiare i numeri. Per trasformare uno zero in otto basta un attimo. C’è anche chi “vernicia” la targa con un prodotto che rende impossibile leggerla se fotografata con il flash. “Le chiamano targhe catarifrangenti: non appena vengono illuminate dalla luce la riflettono creando un effetto-abbaglio che rende illeggibile le generalità del mezzo”, spiega sempre Il Giornale. Altri trucchi usati sono la targa sporcata con il fango e viaggiare con il portellone aperto per nasconderla. Ma c’è anche chi immatricola l’auto con targa straniera pur vivendo in Italia, a volte grazie ad agenzie specializzate. “La vettura risulta poi spesso presa a noleggio”, si legge su Il Giornale. “Uno stratagemma che, sfruttando una lacuna della normativa europea in materia di codice stradale, permette di scorrazzare impunemente. Infischiandosene, quindi, di Ztl, corsie riservate, divieti di sosta, telecamere. Per incrociare la targa straniera con l’intestatario, le nostre autorità devono infatti richiedere le informazioni necessarie al Paese di immatricolazione della vettura in questione. Ma le banche dati estere, spesso, non sono accessibili. O quando forniscono i nominativi oramai il tempo è scaduto”. I trucchi non sono finiti qui: ci sono automobilisti che si procurano una falsa patente mentre alcuni camionisti, spiega Il Giornale, usano una calamita per alterare il cronotachigrafo, lo strumento che registra le ore di guida.