E’ possibile impiegare meno tempo per percorrere i quasi 800 chilometri di strada che separano Berlino dal Brennero che per raggiungere dal valico Genova distante meno di 500 chilometri dal confine? Purtroppo sì, per colpa di infrastrutture che in Italia fanno acqua da tutte le parti nonostante da decenni ormai chi sulle strade ci lavora, primi fra tutti gli autotrasportatori, denunci una situazione insostenibile. Una denuncia che è tornata a suonare, altissima, per voce proprio di un giovanissimo imprenditore dell’autotrasporto, Loris Facchin, che con la sorella Lara e il padre Moreno guida l’azienda di famiglia, la Facchin Trasporti marchio veronese che ha contribuito a fare la storia dei trasporti eccezionali, con oltre 60 anni di attività alle spalle e un futuro per il quale la nuova generazione d’imprenditori chiede nuove condizioni per poter lavorare, a partire proprio dalla qualità dei collegamenti. “E ‘ una situazione assurda, che abbiamo potuto purtroppo verificare nei nostri viaggi in Germania”, ha commentato Loris Facchin invitato dalla propria associazione di categoria, la Fai, a “raccontare” il mondo dell’autotrasporto in un video (clicca qui per vederlo) realizzato in occasione del trentesimo anno d’attività della federazioni autotrasportatori Italiani veronese. “Così come è assurdo”, ha aggiunto, “che sei anni dopo il crollo del ponte Morandi di Genova , costato la vita a 43 persone, nessuno abbia dato ancora risposta a una semplicissima domanda: “la mappatura dei ponti a rischio crollo, che era stata promessa proprio dopo la tragedia di Genova che fine ha fatto”? Una domanda che altri milioni gli italiani si sono posti.