“Età biologica, età anagrafica”: il titolo di un convegno andato in scena pochi anni fa, in occasione di un congresso nazionale della Federazione medico sportiva italiana, è semplicemente perfetto per introdurre la storia di Alberto Rota, pilota di moto e protagonista di un record incredibile: riuscire a dimostrare l’età biologica di un ventenne quando l’età anagrafica era quella di un sessantenne. Già perché Alberto Rota, conosciuto nei circuiti come “Rotaia”, grande promessa delle due ruote negli anni 80, in sella a una moto lanciata a tutta velocità su un circuito, compiendo pieghe da brivido, ci è tornato a 60 anni e non certo per un ruolo come comparsa da “vecchia gloria”, ma per lottare per il podio, finendo più d’una volta sul gradino più alto, davanti a rivali che sarebbero nati anni, o addirittura decenni dopo il suo debutto in pista. Una storia incredibile raccontata sul sito Bergamo2.0 realizzato dalla Scuderia Norelli di Bergamo, i cui responsabili hanno creduto in quel sogno, apparentemente folle, del proprio associato, ormai nonno, di tornare in pista a un’età in cui ogni altro pilota al massimo le gare si limita a guardarle. Un sogno, come racconta il sito (messo in rete recentemente dalla scuderia con l’obiettivo di raccontare il mondo della moto in ogni suo aspetto, mettendosi anche alla guida di un progetto per lanciare il mototurismo nel territorio e aiutare così tante piccole attività commerciali in difficoltà, soprattutto nelle aree di montagna) nato quasi per caso quando, invitato a un evento con tanti piloti ormai solo “ex organizzato per festeggiare i 10 anni dalla vittoria del campionato del mondo superbike da parte di un team, si è visto rivolgere dal responsabile di quella squadra l’invito a “riprovarci”. Invito accolto “quasi per scherzo” seguito, di lì a breve, dal primo successo, seguito da una serie di altre gare che l’hanno visto protagonista assoluto. E con all’orizzonte una nuova stagione a tutta velocità, da “nonno volante”. O, se si preferisce, da pilota che fra un rifornimento e l’altro al serbatoio della propria moto è riuscito ad attingere a una miracolosa fonte dell’eterna giovinezza. Per leggere il ritratto di Alberto Rota su Bergamo 2.0 clicca qui.