“Un errore che deve essere corretto immediatamente, perché rischia di rallentare concretamente la diffusione delle tecnologie più virtuose per la decarbonizzazione del trasporto pesante”. Massimo Artusi, vicepresidente di Federauto, con delega ai Trucks&Van, non ha alcun dubbio: la modifica all’articolo 36 del Regolamento europeo sugli aiuti di Stato alle imprese, approvata nella riunione del 9 marzo, che esclude dagli stessi aiuti di Stato le imprese di autotrasporto che investono in veicoli alimentati a Gnl è una manovra sbagliatissima e pericolosa sulla strada della lotta all’inquinamento “limitando le sovvenzioni solo a quelle tecnologie di veicoli a zero emissioni allo scarico, come gli elettrici a batteria o gli ibridi, che però non rappresentano tecnologie sufficientemente mature nel settore del trasporto pesante, penalizzando e precludendo di fatto qualsiasi possibilità di sostegno alle imprese di autotrasporto che invece decidono di investire nell’acquisto ”. Una manovra che oltretutto, ha aggiunto il vicepresidente di Federauto, viaggia “contromano” rispetto alle strade già tracciate dall’Europa per imboccare la tanto declamata svolta green perchè, ha spiegato, “tale modifica normativa è in contrapposizione alla politica comunitaria di decarbonizzazione dei trasporti confermata dal recente documento programmatico “Green Deal and Industrial Plan”, soprattutto alla luce del fatto che il sistema propulsore dei camion a metano consente già l’utilizzo del bio-Gnl a zero emissioni di carbonio. Ma non basta: “in aggiunta», ha sottolineato sempre Massimo Artusi, “sebbene rimanga aperta la possibilità – attraverso un’autorizzazione specifica da parte della Commissione – di incoraggiare gli investimenti in veicoli commerciali alimentati a C-Lng e bio-C-Gnl, con l’obbligo di rottamazione dei veicoli obsoleti, come già avviene per i veicoli Diesel di ultima generazione, la misura perde di vista un dato di fatto inconfutabile per il mercato europeo: le aziende che oggi investono in camion innovativi e a basse emissioni non hanno più nulla da rottamare. La maggior parte dei camion C-Lng sono acquistati da grandi aziende con moderne flotte di veicoli e spesso vanno a sostituire veicoli giovani (5 anni e 500.000 chilometri percorsi) non più adatti a percorrere chilometraggi elevati ma utili per le aziende più piccole che coprono basse percorrenze, e quindi non possono essere rottamati. È necessario quindi correggere immediatamente il tiro, includendo a pieno titolo tutte le tecnologie formalmente classificate come “veicoli puliti” tra quelle ammissibili agli incentivi” ha concluso Massimo Artusi senza dimenticare di sottolineare come “mentre Paesi come l’Italia, la Germania e la Polonia dimostrano la volontà di approfondire le soluzioni più adeguate a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione del sistema dei trasporti, valorizzando i carburanti rinnovabili, come l’Hvoe il bio- Gnl”, la Commissione europea abbia adottato questa decisione “senza alcun confronto con le parti interessate”.