“I protocolli non vanno discussi, magari per mesi, e poi definiti e firmati solo per mettere un po’ d’inchiostro sulla carta e “dare un senso” a quei tavoli di lavoro, che costano tempo e denaro: gli accordi presi e sottoscritti devono trasformarsi in fatti concreti e rappresentare la conferma, per i cittadini, che lo Stato c’è, che ascolta i problemi di chi lavora, che condivide con loro le soluzioni e soprattutto che le applica. Il popolo dell’autotrasporto è in attesa che avvenga esattamente questo e, considerato che lo attende dal marzo scorso, si augura che accada al più presto”. Pensieri e parole di Giuseppe Cristinelli, presidente della Fai (Federazione autotrasportatori italiani) di Bergamo, che dalle pagine dell’Inserto Trasporti in edicola con il quotidiano L’Eco di Bergamo di giovedì 24 novembre ha inviato un messaggio chiarissimo al mondo politico, affermando che “la priorità individuata al Forum di Confcommercio-Conftrasporto che si è da poco svolto a Roma, ovvero dare innanzitutto piena attuazione al protocollo sottoscritto con il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, come ancora si chiamava prima del cambio di Governo, non deve attendere ulteriormente. Deve innestare immediatamente la prima e deve essere contemporaneamente solo il primo di una serie di passi da compiere in un percorso che dovrà vedere Governo e rappresentanze della categoria protagonisti di un confronto in cui puntualità e periodicità non debbano più rappresentare l’eccezione, magari di fronte a un pericolo di fermo nazionale deciso non per volontà ma perché obbligati dal silenzio della politica, ma la regola”. E per chi, fra gli esponenti del mondo politico, si fosse “perso per strada” le priorità che la categoria si aspetta diventino subito realtà, Giuseppe Cristinelli ha fatto un riassunto-pro memoria: “favorire l’accelerazione dei pagamenti dei fondi ministeriali sugli investimenti e sulla formazione, che le imprese attendono ormai da tre anni; definire il rispetto dei tempi di pagamento; regolamentare le soste improduttive e i servizi di subvezione; intervenire in sede comunitaria per difendere il principio della libera circolazione delle merci, con particolare riferimento ai divieti al Brennero”. E, ancora, “sostenere le imprese di autotrasporto di fronte a una crisi energetica e del caro carburanti pesantissima e compiere le manovre per la svolta green in tempi e modi adeguati ma anche smetterla con una montagna di divieti di circolazione spesso assurdi, che non combattono l’inquinamento ma lo creano visto che impedire di viaggiare per troppi giorni concentra nei restanti chilometri di code e dunque tonnellate di smog”.