Ci sono tormentoni che periodicamente vengono “inventati” da qualche comico e che finiscono per essere ripetuti ossessivamente milioni di volte, scatenando spesso un mare di risate. E poi ci sono tormentoni “creati” invece dalla politica che vengono ripetuti sicuramente meno ma in compenso durano praticamente in eterno, magari scomparendo per poi tornare però puntualmente a riemergere, spesso da un mare di polemiche, spessissimo senza far ridere o sorridere, ma, piuttosto, piangere, soprattutto leggendo i costi sostenuti nei decenni per non realizzare nulla. Un esempio? Il Tormentone del Ponte sullo Stretto di Messina, diventato praticamente la “promessa politica per antonomasia” nel Belpaese. Un progetto praticamente inaffondabile. O meglio :capace di ritornare a galla anche quando sembrava destinato a scomparire per sempre negli abissi. Come accaduto, solo guardando al passato più recente, nel terzo millennio: affossato nel 2006 dal Centrosinistra appena salito al Governo e immediatamente pronto a mettere nel mirino un progetto considerato un faraonico “spreco” sbandierato invece dal precedente governo di centrodestra come un miracoloso “toccasana” per l’intero Paese; tornato prepotentemente in auge un paio d’anni dopo con il cambio di “schieramento alla guida del Paese e con il centrodestra che non vedeva l’ora di rispolverare il suo cavallo di battaglia; rifinito nel dimenticatoio per qualche anno prima d’essere “ripescato” nel 2017 dal centrodestra per essere successivamente sostenuto da Matteo Renzi, da Giuseppe Conte, da Mario Draghi, ma sempre senza mai passare dalla carta al cantiere. Quasi a suggellare una “condanna” a restare, oltre alla più straordinaria “promessa da marinaio”, ovvero di quelle che non vengono mantenute mai, anche il tormentone più longevo della storia. Già, perché l’idea affonda le proprie radici (non potendolo fare con i propri pilastri) addirittura nel 1800 quando, mentre la Francia iniziava a pensare al futuro Tunnel della Manica che l’avrebbe collegata alla Gran Bretagna, in Italia vennero varate due proposte (nel 1870 e nel 1883) per un primo progetto di ponte sospeso. Entrambe destinate a naufragare miseramente anche perché, non molti anni dopo un pauroso terremoto avrebbe distrutto quasi interamente la città di Messina, uccidendo 80 mila persone e spingendo il mondo politico a mettere tutto nel congelatore prima di rischiare di sentirsi affibbiare, a furor di popolo, la patente di idiota (e magari assassino) vista la sismicità della zona. Ma da allora, il Ponte sullo Stretto è diventato un tormentone della politica italiana oltre all’opera più costosa mai realizzata. Con una storia antichissima considerato che scavando nel passato si scopre che un collegamento non solo via nave fra la Sicilia e il “continente”era stato ideato fin nelll’antica Roma, con documenti che risalgono a due secoli avanti Cristo quando Plinio Il Vecchio, scrisse del console romano Lucio Cecilio Metello e di un ponte fatto di barche e botti per agevolare il trasporto degli elefanti sottratti dai romani ai cartaginesi proprio in Sicilia. Due millenni abbondanti più tardi l’ingegneria ha compiuto passi straordinari, al punto che ponti anche lunghissimi sono stati realizzati in zone ad altissimo rischio terremoti , come per esempio il Giappone. Basterà a far sì che il tormentone più longevo della storia finisca?