A guidare la “carica” contro i SiCobas c’erano i “colleghi” sindacalisti di Fit Cisl e Uiltrasporti?

Sindacati contro sindacati? Rappresentanti della Fit Cisl e della Uiltrasporti in prima fila a organizzare i cordoni per “attaccare” i “colleghi” dei SiCobas che stavano scioperando? Quella che potrebbe sembrare frutto della fantasia potrebbe essere invece realtà: raccontata, esattamente così da una nota diffusa da esponenti dei comitati di lavoratori auto organizzati a commento di quanto sarebbe accaduto la sera del 4 ottobre 2022  nella piattaforma logistica Brt di Genova. Ovvero che la protesta indetta    dal sindacato di base SiCobas con una piattaforma articolata, che comprendeva  un aumento delle retribuzioni, il rientro di un addetto licenziato, il tempo pieno per chi opera da anni nell’impianto e la garanzia di ore contrattuali” non solo avrebbe visto il presidio “sciolto da una carica della Polizia”, ma “ prima dell’intervento degli agenti lo stesso presidio sarebbe stato “aggredito con calci, pugni, insulti razzisti e sessisti da un manipolo raccogliticcio di responsabili, padroncini e qualche autista, molti dei quali giunti da fuori e comunque non operativi in quel momento, mentre la stessa Questura si limitava a comunicarci la chiusura di ogni possibile trattativa” e, come tutto questo non bastasse, “l’azione sarebbe  stata capitanata, per di piú, da  due dirigenti di spicco della Fit Cisl e della Uiltrasporti  genovesi, in prima fila a organizzare i cordoni che avrebbero dovuto attaccare gli scioperanti”. I rappresentanti dei SiCobas hanno infine denunciato “l’aggressione e le minacce, in puro stile mafioso, di cui si erano fatti protagonisti alcuni personaggi sconosciuti, perpetrate ai danni del coordinatore provinciale SiCobas e dei delegati sindacali, mentre si stavano recando ad una trattativa proprio inerente alla vertenza Brt” aggiungendo che  tutto questo sarebbe accaduto dopo che “con la mediazione della questura, l’azienda si diceva pronta a formalizzare una proposta sul passaggio a full time di alcuni lavoratori e sulla tutela del salario del lavoratore a casa”.