“I pesanti ritardi nei tempi di consegna dei veicoli si stanno ulteriormente allungando e questa situazione richiede un’urgente verifica delle scadenze previste per accedere alle agevolazioni fiscali per il rinnovo del parco circolante, dal momento che nonostante le proroghe concesse finora per “attendere” l’arrivo dei veicoli, le attuali scadenze, come, per esempio, quella per utilizzare il credito d’imposta per i beni strumentali, non appaiono realisticamente in linea con i tempi di consegna dei beni di cui si intende agevolare l’acquisto”. Ad affermarlo è Massimo Artusi, vicepresidente di Federauto, con delega al settore Trucks&Van, che commentando le prospettive della situazione politica ed economica dopo le dimissioni del Governo presieduto da Mario Draghi ha espresso l’auspicio che “non solo queste misure rientrino nel disbrigo degli affari correnti ma che tra gli strumenti per operare sia inclusa anche l’allocazione immediata dei 25 milioni stanziati con il Fondo 2022 per l’autotrasporto e i decreti attuativi dei crediti di imposta per i consumi di Lng e Adblue”, sottolineando come “questa sia l’occasione per continuare a facilitare gli investimenti per la transizione ecologica, potenziando le misure di agevolazione fiscale per gli investimenti in beni strumentali, in particolare per il rinnovo delle flotte dei veicoli commerciali, in attesa di poter implementare un nuovo assetto del Fondo stesso, in accordo con tutta la filiera. E’ totalmente condivisibile, allo stato delle cose, l’esigenza espressa dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di accelerare i tempi perché l’Italia abbia al più presto un nuovo Governo, ricordando al tempo stesso all’Esecutivo in carica che ha ‘gli strumenti per operare’ nell’interesse dell’Italia, e a tutti che ‘non sono possibili pause’, ha concluso Massimo Artusi aggiungendo che “se c’è una filiera che sente quotidianamente sulla propria pelle quel ‘non sono possibili pause’, pronunciato dal Capo dello Stato è proprio quella della logistica e dei trasporti, con il mercato dei veicoli commerciali e industriali che è già stato colpito pesantemente dalla carenza dei materiali e dei semiconduttori conseguente alla pandemia e alla guerra in Ucraina, poi dalla crisi energetica, che complica il già accidentato cammino del trasporto merci verso la transizione ecologica, e infine dall’inflazione che si riaffaccia prepotentemente sul mercato interno”.