Asfalto riciclato a freddo, la strada verso un futuro più verde passa anche da questi brevetti

Un chilometro di pista ciclabile rimesso a nuovo usando asfalto completamente riciclato e “lavorato a freddo” permette di risparmiare 20 tonnellate di Co2, altrettante di bitume e 336 tonnellate di materiali provenienti da cave. A stabilirlo è stata una “prova su strada” avvenuta a Roma, città scelta per dimostrare quanto può fare, per l’ambiente, Iterlene Acf 1000 Hp Green, nuova soluzione tecnologica per il recupero a freddo del 100 per cento di asfalto delle vecchie pavimentazioni stradali (conosciuto fra gli addetti ai lavori come il “fresato”) realizzata dalla Iterchimica, azienda bergamasca con sede a Suisio leader nel settore degli additivi per asfalto. Una nuova tecnologia, frutto di tre anni di ricerche nei laboratori dell’azienda, guidata dall’amministratore delegato Federica Giannattasio (nella foto), da sempre in prima fila nell’applicazione dei principi di economia circolare nel settore degli asfalti, che ha “debuttato” nella capitale con la posa in opera di due tratti di pista ciclabile in via del Campo Boario e in via Nicola Zabaglia realizzati interamente con asfalto riciclato, senza aggiunta di bitume o ghiaia e sabbia. E, come non bastasse, il tutto a temperatura ambiente, anziché alle temperature da forno che sfiorano i 180 gradi, tagliando il consumo energetico, e cancellando le emissioni di odori, con notevoli vantaggi per gli addetti alla produzione e alla posa in opera ma anche per chi abita nelle aree interessate dai lavori stradali.Un primo test al quale potrebbe far seguito l’utilizzo impiego dell’asfalto green “made in Bergamo” su alcuni tratti di pista ciclabile del futuro Grab, l’anello di 45 chilometri riservato alle bici che dovrebbe essere realizzato nei prossimi anni nella capitale, e con lo sguardo proiettato nel futuro versi nuovi straordinari traguardi. Per esempio utilizzando il brevetto della tecnologia GiPave, altro fiore all’occhiello dell’innovazione “firmata” Iterchimica nel settore delle pavimentazioni stradali, super-modificante sviluppato a partire da plastiche dure da riciclo (come per esempio vecchi giocattoli destinati a essere bruciati nei termovalorizzatori) e grafene (il super-materiale premiato con il Nobel), che consente di incrementare le prestazioni delle pavimentazioni stradali. Sono sempre i test compiuti “su strada” a dirlo: come per esempio quelli agli aeroporti di Roma-Fiumicino, e di Cagliari-Elmas, e della strada Ardeatina ancora nella capitale, dove a distanza di tre anni dalla messa in posa le performance dell’asfalto sono state giudicate ottime.

Testo realizzato da Baskerville Comunicazione & Immagine srl per stradafacendo.tgcom24.it

4 risposte a “Asfalto riciclato a freddo, la strada verso un futuro più verde passa anche da questi brevetti

  1. IL’Italia ha delle realtà imprenditoriali di eccellenza che spesso non hanno la visibilità che meritano. Ma soprattutto, quel che sconcerta, è che la “politica” non contribuisca farle conoscere e a utilizzarle. Quante amministrazioni, chiamate a fare manutenzione di strade, piazze, piste ciclabili, sanno che esiste un asfalto riciclato che riduce le emissioni inquinanti e che dura di più?

  2. Purtroppo è sempre più evidente il drammatico divario fra quello che sa fare, spesso benissimo, il privato e quello che non sa fare il pubblico. E’ recente il caso di un imprenditore pronto a produrre energia pulita eolica senza far spendere un soldo allo Stato ma bloccato dalla burocrazia che o i privati si decidono a eliminare, in un modo o nell’altro, o continueremo a pagarne le conseguenze.

  3. Nell’articolo non trovo riferimenti ai costi. E’ più caro dell’asfalto “normale”? E se sì, di quanto? Grazie.

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