Camionisti stangati se non si fermano a riposare. Peccato manchino 100mila aree per poterlo fare

AAA cercasi in Europa 100mila  aree di parcheggio  dove i camionisti in viaggio possano sostare di notte con il loro tir.  L’annuncio è di fantasia, ma i 100mila stalli nel vecchio continente mancano davvero, come emerge da uno studio della  Commissione dell’Unione europea che in realtà non fa altro che fotografare una realtà più e più volte denunciata dalla categoria in passato. Una situazione assurda, se si pensa agli  obblighi per i conducenti in termini di  orari di guida, di interruzioni della stessa e di riposo  quotidiano e settimanale. Ora l’aver “constatato ufficialmente”, attraverso  lo  studio  realizzato (che a molti camionisti piacerebbe molto sapere quanto è costato, magari per verificare se con quei soldi avrebbero potuto essere realizzati nuovi “stalli”) porterà a qualcosa? Verranno forniti posteggi a conducenti che, per legge, sono costretti a fermarsi e che in caso contrario vengono letteralmente “massacrati” di multe? La risposta è sì, grazie a  un maxi  finanziamento  dello sviluppo di aree di parcheggio sicure attraverso il  meccanismo per collegare l’Europa per i trasporti  (Mce) che sostiene  progetti di interesse comune  per tutta l’Europa per il potenziamento o la creazione di nuove infrastrutture e per i trasporti, per contribuire alla crescita economica attraverso  lo sviluppo di  reti transeuropee moderne e ad alta efficienza, accelerando gli investimenti  e   stimolando finanziamenti provenienti dal settore pubblico e privato. Un’accelerazione  che il mondo dell’autotrasporto si augura possa essere degna di una Formula uno considerata la situazione letteralmente disastrosa:  è lo stesso studio a rilevarlo, con  solo settemila  dei 300mila posti disponibili “analizzati”  che sono risultati  essere in  aree di parcheggio certificate come attrezzate e sicure. E questo nonostante le nuove normative in tema di tutela dei lavoratori mobili adottate recentemente nell’ambito del Pacchetto mobilità abbiano aumentato in modo significativo le prescrizioni circa  le esigenze di riposo.