Un quadro definitivo della situazione si conoscerà solo il prossimo 30 aprile, ma nel frattempo le imprese di autotrasporto che operano nel settore dei “carichi eccezionali” possono quantomeno tirare un sospiro di sollievo. Già, perché le modifiche apportate all’articolo 10 del Codice della Strada proprio in materia di trasporti eccezionali (con le modifiche sul tonnellaggio massimo permesso, sceso da 108 a 86 tonnellate autorizzate, e con molti dubbi creati e non chiariti sul numero massimo di pezzi che le aziende avrebbero potuto trasportare in ogni viaggio) tutto è stato messo in “stand-by”. Le commissioni Finanze e Lavoro hanno infatti approvato un emendamento al decreto fiscale che sospende la nuova regola in attesa che, entro fine aprile ,il ministero delle Infrastrutture metta a punto “apposite linee guida fina lizzate a garantire l’omogeneità della classificazione e gestione del rischio, nonché della valutazione della compatibilità dei trasporti eccezionali con la conservazione delle sovrastrutture stradali, con la stabilità dei manufatti e con la sicurezza della circolazione”. “Ora attendiamo con fiducia il vaglio definitivo del Parlamento, tenendo presente che l’applicazione della modifica al Codice avrebbe determinato la circolazione di un numero elevatissimo di mezzi pesanti per il trasporto delle merci, con inevitabili e pesanti “ricadute” su traffico e inquinamento”, hanno commentato Simona Pergreffi e Paolo Arrigoni, senagtori leghisti primi firmatari dell’emendamento al decreto fiscale.sottolineando anche il rischio, con le mnuove regole, “di rallentare lo sviluppo del Paese compromettendo la realizzazione dei progetti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza”, ma anche di “vanificare gli investimenti delle società specializzate nei trasporti eccezionali”. Società allarmate soprattutto per i problemi nel trasporto dei prodotti siderurgici, carichi che pur non possedendo i requisiti per essere trasporti eccezionali sono da anni considerati tali, consentendo alle imprese del settore di risparmiare notevolmente sui costi di trasporto caricando oltre 100 tonnellate per ogni viaggi. E riducendo così sì il numero di viaggi, ma moltiplicando il peso “caricato” a ogni passaggio sulle strutture portanti di ponti e cavalcavia che, come dimostrano i tragici crolli degli ultimi anni, non sembrano certo aver bisogno di subire “attacchi” come quelli portati dalle enormi bobine in ferro o acciaio. “Le associazioni di categoria, insieme con le aziende di autotrasporti, si sono rese disponibili da subito per sedersi a un tavolo di confronto, mettendo sempre al primo posto la sicurezza delle persone e delle infrastrutture” ha commenta Doriano Bendotti, segretario provinciale della Fai, Federazione autotrasportatori italiani, di Bergamo che ha ringraziato i senatori leghisti per il lavoro portato avanti e l’interessamento dimostrato, “nella certezza di trovare ora, insieme a tutti gli stakeholder, la quadratura del cerchio nell’interesse di tutto il Paese”.