Conto alla rovescia per l’obbligo del Green pass al lavoro, ma non tutto è chiaro

Il 15 ottobre, data fissata per l’entrata in vigore del Green pass obbligatorio da esibire su richiesta per tutti i lavoratori del settore privato, è alle porte ma alcuni “aspetti operativi” non sono ancora chiari, destando non poche preoccupazioni. Per esempio nel mondo dei trasporti e della logistica con  le associazioni di categoria che hanno inviato una lettera  al Governo per chiedere di sciogliere i nodi e di farlo prima che l’obbligo del ‘passaporto verde’ entri in vigore Un documento, firmato da Unatras, l’Unione delle principali associazioni dell’autotrasporto italiane (Fai-Conftrasporto, Confartigianato Trasporti, Cna-Fita, Assotir, Unitai e Fiap) presieduta da Amedeo Genedani e inviato al presidente del Consiglio Mario Draghi, al ministro delle Inftrasrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini, e al capo di Gabinetto del Mims Alberto Stancanelli, nel quale viene sottolineata “la necessità di  garantire l’omogena applicazione della norma su tutto il territorio nazionale a chiunque assicurandone il rispetto agli operatori nazionali e a quelli stranieri”,  condizione ritenuta assolutamente necessaria “per scongiurare fenomeni di dumping e alterazione del mercato che favorirebbero i vettori esteri. I quali, in caso di corretta applicazione della legge, sarebbero di fatto esentati dall’obbligo. “Siamo convinti  che debba continuare il confronto avviato in tema di aggiornamento del ‘Protocollo condiviso di regolamentazione per il contenimento della diffusione del Covid -19 nel settore del trasporto e della logistica”, prosegue la lettera, “e riteniamo opportuno coniugare le disposizioni del decreto del 21 settembre con le linee guida, promuovendone un aggiornamento”. L’auspicio delle associazioni è che si possano  chiarire anche i dubbi sull’applicazione del decreto per arrivare a un risultato definitivo che possa garantire sicurezza per la salute nei luoghi di lavoro, ma anche procedure compatibili con i diversi modelli organizzativi dell’attività lavorativa dell’autotrasporto. Unatras chiede anche un intervento sulla normativa in materia di privacy, che a oggi limita in maniera determinante la possibilità per i datori di lavoro dell’autotrasporto di adempiere correttamente e nei tempi previsti agli obblighi di verifica.“Riteniamo che l’impresa debba poter conoscere la validità  del green pass dei suoi dipendenti, in modo da agevolare la programmazione di lavori, sostituzioni, trasferte, compatibili con gli obblighi di sicurezza, e poter individuare più agevolmente le modalità operative per l’organizzazione delle verifiche, anche a campione, che sono demandate ai datori di lavoro a partire dal 15 ottobre”, conclude Unatras.  

Una risposta a “Conto alla rovescia per l’obbligo del Green pass al lavoro, ma non tutto è chiaro

  1. Un’associazione di categoria seria dovrebbe battersi contro una norma incostituzionale (in quanto l’articolo 4 garantisce il diritto al lavoro), una norma inutile (in quanto col lasciapassare sei comunque contagiabile e contagioso), una norma inapplicabile (altra burocrazia allunghera’ gia’ i biblici tempi di porti e logistiche) e soprattutto una norma ipocrita (metti l’obbligo non il vincolo, se fossi uno stato serio) che li autorizzera’ sa ora a far qualunque cosa. Ecco appunto, un’associazione di categoria seria. Quando ne trovate una, informatemi grazie. Tanto durera’ una settimana, quando dai porti bloccati e dalle aziende gia’ senza autisti non arriveranno mascherine e tamponi, capiranno che e’ una stupidata. Spero.

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