Ci sono problemi, in Italia, che durano da anni, sono sotto gli occhi di tutti ma che in molti sembrano non vedere. È il caso dei Tir fermi in coda per ore ai varchi dei terminal portuali di Genova e che oggi in molti sembrano scoprire per la prima volta, quando ormai la situazione è sull’orlo del collasso. Una “scoperta” definita “curiosa” da Giuseppe Tagnochetti, coordinatore per la Liguria di Trasportounito, visto che, come ha scritto in una lettera inviata ai vertici dell’Autorità di sistema portuale, “ormai da anni denunciamo una situazione che era da tempo sull’orlo del collasso e che oggi inevitabilmente porterà la categoria penalizzata da colpe che non sono certo sue ad attuare forme di protesta che sono diventate inevitabili e che porteranno alla luce pesanti responsabilità. È curioso che tutti oggi scoprano i disagi delle code di Tir ai varchi dei terminal portuali”, afferma Giuseppe Tagnochetti, “sottolineando come le imprese di autotrasporto associate che operano nel Porto di Genova e che ormai da anni subiscono i “disservizi” dei terminal portuali, (gli ultimi in ordine di tempo quelli nei terminal del bacino di Sampierdarena) non possano più farsi carico di un caos organizzativo che ha “bruciato” centinaia di migliaia di euro, generato irregolarità in termini di sicurezza stradale, un forte conflitto tra il traffico pesante e quello cittadino oltre a infinite discussioni con la “merce” committente”. Una situazione che, si legge nella lettera che preannuncia la protesta, “non ammette ulteriori ritardi in un quadro globale in cui le aziende di autotrasporto, sono davvero “arrivate al capolinea”, con danni per i disservizi dei terminal che si sommano oggi a quelli provocati dai cantieri autostradali (non ristorati dal 2021) e dalla cronica carenza di autisti e debolezza contrattuale e tariffaria, non è assolutamente più in grado di “assorbire” anche le inefficiente del Porto. “Trasportounito denuncia come gli impegni assunti a Palazzo San Giorgio, siano stati tutti disattesi, lasciando aperta solamente una possibile via d’uscita: “un intervento dell’Autorità di sistema portuale, sui rapporti di concessione, assumendo un provvedimento regolatorio che garantisca agli operatori del trasporto di poter operare nei terminal con livelli di servizio adeguati, ovvero con numeri di accessi ai varchi, operazioni di carico/scarico e “gate out” dei mezzi pesanti coerente con i flussi in arrivo e quindi tali da garantire l’eliminazione di ogni accumulo di mezzi ai varchi portuali. L’Autorità deve inoltre completare la tracciabilità delle tempistiche dei veicoli da quando arrivano ai varchi a quando escono dai terminal fruibile per l’autotrasporto e che permetta un’analisi dei flussi giornalieri, sulla quale coinvolgere anche i committenti responsabili della programmazione “super stressata” dei cicli di carico/scarico negli stabilimenti lombardi e piemontesi e di conseguenza nei bacini portuali. La presa in giro”, aggiunge Giuseppe Tagnochetti, “è rappresentata dalle reiterate giustificazioni addotte dalle controparti secondo cui le code fuori dai terminal sarebbero determinate dai picchi dei flussi di arrivo dell’autotrasporto ai gate e che i veicoli dovrebbero essere rallentati o fermati per razionalizzare gli ingressi in Porto”. “Ricordiamo”, precisa Trasportounito nella lettera inviata all’Autorità di Sistema Portuale, “che i volumi commerciali della merce destinata o in partenza dai terminal non li decidiamo certamente noi, così come non abbiamo competenza sull’organizzazione logistica e sugli orari di carico/scarico negli stabilimenti. L’autotrasporto riceve ordini di trasporto e per servire correttamente la merce e produrre la giusta economia, deve operare senza soluzione di continuità e in tempi utili e funzionali al rispetto della sicurezza stradale (tempi di guida e riposo)”. Da ciò discende la richiesta di un intervento da un lato sulla filiera logistica e industriale e dall’altro sull’estensione degli orari dell’operatività portuale (tenuto conto purtroppo dei cantieri autostradali). È il caso anche di ricordare che proprio Trasportounito è impegnato a partecipare con consistenti investimenti al progetto di automazione degli ingressi e uscite dai varchi portuali e alla digitalizzazione dei processi documentali, considerandolo fondamentale per l’efficientamento dei cicli operativi portuali. Ma questo” conclude Giuseppe Tagnochetti, non può rappresentare l’ennesimo alibi per giustificare le inefficienze dei terminal”.