Sovrapprezzo sul costo del trasporto merci. Sempre più imprese lo chiedono ai committenti

Ci sono cose inevitabili, che prima o poi devono accadere, obbligando ad adeguarsi anche coloro che hanno tentato di opporsi in tutti i modi. È quanto sta accadendo nel mondo del trasporto merci dove la corsa infinita a pagare il meno possibile le imprese di autotrasporto da parte di moltissimi committenti sembra ormai  destinata ad arrivare al capolinea, con sempre più aziende che hanno dovuto arrendersi all’evidenza dei fatti e  pagare di più per impedire che i propri prodotti restassero nei magazzini. Una “svolta” che ha segnato una tappa particolarmente importante in  Gran Bretagna dove gli scaffali dei supermercati vuoti e le pompe di benzina e gasolio a secco di quest’estate, causati  dalla  carenza di autisti (oltre che dalla pandemia di Covid-19 e dall’”effetto Brexit”) hanno portato a un aumento degli stipendi per i camionisti (per non rischiare di perdere per strada anche i pochi rimasti) e, immediatamente dopo, come conseguenza naturale, alla richiesta da parte dei titolari delle imprese di autotrasporto a chiedere alla committenza di pagare un sovrapprezzo, proprio per poter pagare a loro volta di più gli autisti. Una domanda alla quale la committenza non ha più potuto permettersi di rispondere no (come avvenuto invece spesso in passato), a meno di accettare il rischio di non far arrivare i propri prodotti sul mercato. Supplementi di prezzo, che in Gran Bretagna variano dalle 50 sterline (58 euro) alle 65 sterline (76 euro) per ogni carico e che hanno cominciato a essere richiesti  da sempre più imprenditori del trasporto  consapevoli ormai che solo un adeguato compenso per un lavoro che negli anni è diventato sempre meno “riconosciuto” economicamente  può rappresentare  l’unico  vero possibile rimedio per  arginare la “fuga” degli autisti che sta  preoccupando mezza Europa. A partire proprio dalla Gran Bretagna  (dove si stima che  manchino circa 100mila autisti  secondo gli attuali bisogni, a causa anche di quasi 80mila conducenti stranieri che la Brexit ha rispedito nei loro Paesi d’origine, oltre che del Covid-19 che ha portato alla sospensione degli esami per migliaia di patenti patenti per  veicoli industriali) per finire all’Italia dove sono sempre più gli annunci di imprese che cercano autisti da assumere e sempre meno le “risposte”. E con moltissimi committenti  per i quali la corsa a “pagare meno” (con rischi di conseguenze pesantissimi anche sulla sicurezza stradale sui quali per anni tutti hanno chiuso entrambi gli occhi) sembra davvero arrivata al capolinea.