Fenoglio: “Il mondo del trasporto prenda esempio dall’Italia di Mancini e tornerà a vincere”

Se vince il settore del trasporto e della logistica, vince l’Italia, e se vince l’Italia vincono gli italiani. Ma perché questo accada occorrerebbe probabilmente che l’intera categoria degli autotrasportatori imparasse a giocare da “nazionale” e non da semplice squadra di club e, magari che in panchina avesse un unico grande commissario tecnico. Come Roberto Mancini, come la nazionale di calcio azzurra che ha trionfato agli Europei, e che Franco Fenoglio, uno dei massimi esperti del mondo dell’autotrasporto, ha scelto utilizzare come “termine di paragone” nel suo ultimo articolo pubblicato sul sito “Trasportare oggi” per indicare la strada da seguire per far tornare “l’industria del trasporto merci su strada” nuovamente competitiva. Imitando la squadra azzurra, imparando a fare gioco di squadra, giocando per il collettivo e non per se stessi, perché “da soli non si vince. In squadra sì”, come termina l’ultima “puntata” della sua rubrica “Porto Franco”, diventata ormai punto di riferimento per moltissimi addetti ai lavori. Un articolo che si apre  proprio con il ricordo delle “notti magiche degli Europei”, prima fra tutte quella della vittoria sull’Inghilterra capace di “unire l’Italia da Nord a Sud, da Est a ovest”.  Un trionfo arrivato al termine di un percorso durante il quale l’Italia, scrive sempre Franco Fenoglio, ha “ ammirato un gruppo forte e unito, che con grande impegno e dedizione ha dimostrato di poter vincere, partita dopo partita, rigore dopo rigore”. Fino a salire “sul tetto d’Europa grazie al lavoro di squadra”. Impresa che l’Italia dell’autotrasporto non è stata e non sembra essere in grado di compiere. “A Wembley abbiamo dimostrato di essere un Paese che è stato messo a dura prova ma che ha una grande voglia di ripresa. La maglia azzurra unisce l’Italia. Quella stessa Italia che, invece, in un settore strategico come quello della logistica e del trasporto, ha dato prova ancora una volta di essere incapace di creare un fronte comune e compatto”, si legge nell’editoriale dell’ex presidente di Italscania, “quella stessa Italia che vanta il primato di avere il parco circolante di veicoli industriali tra i più vecchi d’Europa. Sicurezza e sostenibilità sono i driver che dovrebbero guidare le politiche di medio e lungo termine legate al settore del trasporto. La roadmap verso la decarbonizzazione è estremamente ambiziosa, le case costruttrici stanno investendo costantemente nello sviluppo di nuove soluzioni di trasporto sempre maggiormente efficienti e sicure, eppure lo sviluppo del settore in Italia sembra un lontano miraggio”. La triste conclusione? “ Sono sempre i trasportatori a dover pagare il prezzo dell’incapacità di fare fronte comune per ottenere una politica che consenta loro di continuare a investire in Italia, con la consapevolezza di operare per un settore che è considerato strategico non solo nel momento del bisogno ma sul quale poter puntare nella fase di ripartenza, per conquistare un posto di primaria importanza in un’Europa sempre maggiormente competitiva”.