Ci sono numerose imprese di autotrasporti in provincia di Bergamo che hanno una lunghissima storia professionale, che hanno attraversato, con i loro camion, diversi decenni. Imprese che, in molti casi, hanno deciso di fare questo “viaggio nel tempo” con al proprio fianco un’associazione con una vita a sua volta lunghissima: cinquant’anni, per l’esattezza. Quelli che ha compiuto la Fai, federazione autotrasportatori italiani, di Bergamo. Uno straordinario traguardo che l’associazione ha deciso di celebrare con un libro, intitolato proprio “Fai, un viaggio lungo 50 anni”. Un volume (nato da un’idea di Maura Baraldi, direttrice di Fai Bergamo, e immediatamente condivisa dal presidente Giuseppe Cristinelli oltre che dai consiglieri) che racconta, senza tralasciare curiosità e aneddoti, le tantissime persone che hanno contribuito a scrivere una straordinaria storia associativa.Partendo dal primo incontro organizzato nel 1971 per arrivare alla realtà di oggi, che vede 350 imprese associate per oltre 6000 lavoratori. Una storia che Baskerville Comunicazione & Immagine srl (società che ha fatto dello storytelling, realizzando libri ma anche video che raccontano la storia di aziende, associazioni e”semplici persone” una delle sue principali, attività nell’ambito della comunicazione e che è stata scelta dall’associazione per realizzare il volume) ha potuto ricostruire grazie al preziosissimo contributo di chi la storia di Fai Bergamo l’ha fatta. Persone come Antonio Giupponi, uno dei “padri fondatori”, o come Duilio Balducchi, bergamasco diventato presidente onorario nazionale di Fai, stroncato a marzo 2020 dal Coronavirus proprio mentre si prodigava a raccogliere materiali: dai documenti alle testimonianze, fino alle bellissime fotografie d’epoca riemerse dagli album di famiglia di alcune “dinastie” di autotrasportatori, dai cognomi conosciutissimi fra gli addetti ai lavori, come Balducchi, Bancale, Berta, Bianchi, Ferrari, Gelfi, Ghilardi, Giupponi, Zambetti, Zanardi, Zanoletti. E altri ancora… Un libro, impaginato con grandissima cura e gusto da Ivan Crescenzi, (e stampato con altrettanta bravura da Boost Group) che racconta un viaggio giunto al traguardo dei suoi primi 50 anni fra mille “storie”, personaggi, momenti difficili e altri “professionalmente felicissimi”, con grande abbondanza di aneddoti e curiosità a volte divertentissime, capace di far letteralmente viaggiare a ritroso nel tempo i lettori con “capitoli” dal sapore pionieristico (fra camion fatti sequestrare da Benito Mussolini per essere inviati a “combattere” la guerra d’Africa, mezzi scampati alle mitragliatrici, e che mostra , oltre agli uomini e alle donne, anche i mezzi che hanno fatto la storia del mondo dell’autotrasporto bergamasco. Con immagini, a volte davvero uniche: come quelle dei camion alimentati a gasogeno (in pratica vere e proprie stufe che bruciavano legna o carbone….) o come quella, bellissima, che vede un camion prepararsi a imboccare viale Vittorio Emanuele trasportando una cabina della funicolare destinata a salire in città alta, funicolare diventata uno dei simboli della città. O, ancora, come la foto del primo camion, guarda caso di un’azienda bergamasca, che ha varcato le frontiere dell’Iran “chiuso” per lungo al mondo esterno, o come la foto scelta per la copertina: un camion “carico” di camionisti-tiìfosi in partenza dal lago d’Iseo e diretti allo stadio di Bergamo per vendere una partita dell’Atalanta. Un libro da leggere e da guardare che rappresenta, come ha voluto sottolineare il presidente Giuseppe Cristinelli, la testimonianza di un importantissimo traguardo raggiunto – mezzo secolo di vita associativa e di lavoro delle tante imprese associate – ma allo stesso tempo di un punto da cui ripartire. Mettendo la lunghissima esperienza maturata dalla categoria a disposizione di tutto il territorio per viaggiare verso un futuro sempre migliore sotto l’aspetto economico ma anche sociale, offrendo la propria disponibilità per collaborare al miglioramento della viabilità e della mobilità, della sostenibilità ambientale, della sicurezza. Un messaggio esplicito quanto importante, scritto in chiusura del libro, che sono in molti, nella Fai bergamasca, ad augurarsi possa aprire invece nuove strade a importanti collaborazioni con amministratori pubblici, enti , altre associazioni. Per fare squadra e “trasportare” un nuovo carico di soluzioni ai tanti problemi che ancora attendono una soluzione.