La civiltà di un Paese si misura anche dalle sue strade? Allora il nostro è un Paese incivile

“Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri”, diceva Voltaire. Ma sono in molti a pensare che ci siano anche altri parametri per valutarlo. Per esempio le condizioni delle sue strade: da quelle che crollano “assassinando” degli innocenti, come accaduto per il ponte Morandi di Genova o per il cavalcavia di Annone, in provincia di Lecco, a quelle che  si trasformano in trappole capaci di tenere bloccati, “prigionieri” per ore, decine e decine di migliaia di persone in viaggio. Come accade da mesi sulle autostrade della Liguria; come accaduto venerdì 16 luglio sulla A4 Milano-Venezia nel tratto compreso fra Bergamo e Brescia. Una delle più importanti  vie di collegamento di quella che è la regione “locomotiva” dell’economia italiana, non una stradina sperduta fra le campagne; una via di collegamento dove, proprio per il ruolo che ricopre nell’economia del Paese ( e per il numero di mezzi, impressionante, che la attraversano ogni giorno, dovrebbe garantire il “meglio” delle condizioni di viaggio. E che invece ha mostrato il peggio che un Paese civile possa “fare” in tema di mobilità. con colonne di chilometri (c’è chi giura di averne calcolati oltre 15 fra i caselli di Ospitaletto, in provincia di Brescia, e Grumello Telgate, in Bergamasca) di auto e tir fermi. E non per pochi minuti: per ore. Il tutto senza che ai caselli d’entrata qualcuno si prendesse la briga di segnalare di cosa stava succedendo, invitando a fare marcia indietro. Forse perché quelle decine di migliaia di poveracci  intrappolati sulle corsie rappresentavano comunque un “pedaggio assicurato” (visto che nel Belpaese non c’è l’abitudine, come avviene altrove, di non far pagare quando un servizio non viene offerto come dovrebbe?). “I disagi sono stati causati da dei lavori di manutenzione sul ponte sul fiume Oglio, iniziati  ma subito interrotti dal maltempo  per un’ operazione di controllo che  riguardava anche alcune campane della carreggiata ovest”, hanno scoperto in moltissimi una volta giunti a destinazione, con con ore e ore di ritardo: fuori tempo massimo per poter più continuare a credere che l’Italia, con queste strade e autostrade e con questa malagestione, possa considerarsi un Paese civile. Con questa (im)mobilità l’Italia è solo un Paese capace di trasformare in “carceri” perfino le strade. Roba che perfino Voltaire, se dovesse rinascere e vedere a che punto siamo arrivati, resterebbe allibito….