Autotrasporto: il Pnrr ha fatto la diagnosi giusta, ma la cura prescritta non è ancora sufficiente

È un Piano nazionale di ripresa e resilienza a due facce quello visto attraverso gli occhi del mondo dell’autotrasporto, con un lato della medaglia positivo “che conferma la debolezza cronica dell’Italia in materia di accessibilità e connessioni e la necessità, dunque, di mettere in campo significativi investimenti pubblici per rendere il Paese più competitivo”, e l’altro , invece, negativo che dimentica “un piano di sviluppo che coinvolga le imprese non mette a disposizione risorse adeguate destinate all’intermodalità stanziando, contemporaneamente, 250 milioni di euro per una Piattaforma logistica nazionale (Pln) “che non ha prodotto risultati tangibili nonostante gli ingenti contributi statali”. Sono questi i risultati evidenziati da un primissimo esame del Pnrr realizzato da Conftrasporto-Confcommercio che per voce del presidente Paolo Uggé, torna a ribadire con forza la necessità che la politica, prima di tracciare nuove strade per far crescere l’occupazione e l’economia chieda indicazioni a chi, in quei settori, lavora e, dunque, sa. “La transizione energetica deve passare per il sostegno alle imprese e, soprattutto, prevedere il coinvolgimento di queste ultime nelle scelte per il futuro del settore”, scrive Paolo Uggè in un comunicato stampa nel quale evidenzia come “digitalizzazione, dematerializzazione dei documenti, connessione dei nodi e semplificazione dei controlli doganali devono essere i pilastri su cui basare il rinnovamento, ma non possono avvenire senza un coinvolgimento delle imprese. Le riforme previste, sia sul fronte della Pubblica amministrazione (semplificazione del codice dei contratti pubblici), sia su quello settoriale (attivazione dello sportello unico doganale e dei controlli, emanazione del Regolamento sulle concessioni portuali, trasferimento della titolarità di ponti e viadotti alle strade di 1° livello), disegnano una svolta epocale, che, se realizzata, può contribuire a “riconnettere l’Italia” traducendo il Piano in concreti miglioramenti per l’efficienza e la sostenibilità del comparto”, prosegue sempre il presidente di Conftrasporto, aggiungendo però che “rimane l’esigenza di interventi nell’immediato per sostenere l’operato di un comparto duramente colpito dalla pandemia e di misure capaci di accompagnare la transizione energetica del settore”. E manca, soprattutto, una strategia per gestire il “periodo ponte” in attesa di raggiungere i traguardi finali: “mancano, nell’ultima versione del Pnrr, le previsioni di sviluppo dei combustibili ‘alternativi’, come il Gnl, per abbattere le emissioni del trasporto marittimo e terrestre. Sono rimaste solo le tecnologie, come le batterie e l’idrogeno, che non sono transizione”, conclude Paolo Uggè, definendo essenziale “reinserire, tra i progetti ‘green’, le infrastrutture per la decarbonizzare del trasporto navale.

Le imprese marittime non potranno sopportare da sole gli ingentissimi costi per il rinnovamento delle flotte nei collegamenti insulari e nelle autostrade del mare, centrali per la continuità territoriale e la sostenibilità ambientale del trasporto merci. Per tutti questi motivi”, è la conclusione, “nel processo di attuazione del Piano, sarà indispensabile il coinvolgimento delle rappresentanze d’impresa”.