Atlantia: “In Toscana è crollato un ponte, ma contro Anas nessuna manovra politica”

 “L’atteggiamento delle autorità italiane è ancora più ingiustificato se si considera l’approccio totalmente diverso adottato nei confronti dell’Anas – l’operatore pubblico che gestisce gran parte della rete stradale italiana – a seguito del recente crollo del ponte Aulla in Toscana”. È questo uno dei passi salienti della lettera che i responsabili di Atlantia hanno inviato alla Commissione europea per denunciare un approccio “discriminatorio” del governo nei confronti di Autostrade per l’Italia. Una lettera, che la Commissione europea ha confermato essere stata recapitata  ad alcuni commissari e al vicepresidente, Valdis Dombrovskis, precisando che “i servizi della commissione la stanno esaminando e risponderanno a tempo debito”, nella quale il gruppo che fa capo alla famiglia Benetton lamenta come ci sia “ a rischio la sopravvivenza della società autostrade”. “L’8 aprile un importante ponte autostradale, appartenente alla rete Anas, è completamente crollato. L’Anas dichiarò di non avere idea del perché il ponte fosse crollato, specificando che, a seguito di richieste delle autorità locali, alcuni lavori di manutenzione specifici erano stati eseguiti solo pochi mesi prima. In questo caso, non vi sono state vittime solo perché l’incidente è avvenuto durante il periodo di blocco di COovid-19 e, nei confronti di Anas, il governo e i politici italiani non hanno preso alcuna iniziativa né fatto dichiarazioni volte a un possibile ritiro della sua concessione”, si legge nella lettera.. Al contrario quindi di quanto accaduto con Aspi dopo il crollo del ponte di Genova”. Atlantia nella lettera evidenzia infine l’esclusione di Autostrade per l’Italia all’accesso ai prestiti garantiti dallo Stato nell’ambito delle misure per l’emergenza Covid-19, nonostante Aspi “soddisfi tutti i criteri e i prerequisiti per ottenere l’accesso alla garanzia statale. Tutto ciò è palesemente discriminatorio, a conferma della volontà delle autorità italiane di compromettere la redditività di Aspi, indebolire la società e ridurne il valore a fini politici”.