Gnv: “E se ora si fermassero i traghetti, cosa potrebbe accadere al turismo italiano?”

E se ora si fermassero i traghetti  cosa accadrebbe al turismo italiano? È una domanda che potrebbe far correre dei brividi gelati lungo la schiena di milioni di operatori del settore quella che si è posto Matteo Catani, amministratore delegato di Grandi navi veloci, compagnia di traghetti che fa capo a Msc e che ogni anno trasporta due milioni di passeggeri, sulle pagine del Corriere della Sera. Una domanda che il manager ha rivolto dopo aver denunciato quella che ha definito “una situazione paradossale” creata da un Governo, quello guidato da Giuseppe Conte, che “ripetutamente sollecitato a intervenire, non ha fatto nulla” mentre “i governi di Paesi come Germania, Olanda, Gran Bretagna, Irlanda e Finlandia si sono mossi addirittura in maniera  proattiva  per sostenere il settore dello shipping, e quello dei traghetti in particolare”. Continua a leggere

5Stelle contro Atlantia: “Non si può paragonare il crollo del Ponte di Genova a quello di Aulla”

“Non si può paragonare il crollo del Ponte di Genova a quello di Aulla. E Anas è stata adeguatamente richiamata dal governo”. Così il senatore Andrea Cioffi, facilitatore M5S del Team del Futuro per l’area Trasporti e Infrastrutture, dai microfoni di Radio Cusano Campus ha commentato la notizia della lettera scritta dai responsabili di Atlantia all’Unione europea per denunciare un approccio “discriminatorio” del governo nei confronti di Autostrade per l’Italia. “Atlantia che scrive all’Ue per dire che si violano le regole del libero mercato fa ridere” ha aggiunto Andrea Cioffi. Continua a leggere

Autotrasporto, si accendono i primi focolai della protesta. E se non verranno subito spenti….

L’epidemia da Coronavirus ci ha lasciato in eredità un grande insegnamento: che è fondamentale individuare sul nascere nuovi focolai per impedire che il contagio possa diffondersi senza più la possibilità di arginarlo. Un insegnamento che vale per il virus ma anche per un altro pericolosissimo “nemico della salute del Paese”: il malcontento, la protesta. Che proprio le difficoltà economiche create dall’emergenza (e da una sua gestione da principianti) rischiano di incendiare. Oggi è fin troppo facile (basta andare a rileggersi gli allarmi lanciati da mesi, carta canta…) sostenere che era stato previsto e quanto si sta verificando a Genova, anche se per ora in forma locale, è un “sintomo” che non fa altro che confermare la delicatezza della questione e l’urgenza di non perdere altro tempo per intervenire in modo adeguato. Cosa succede nella città della Lanterna? Continua a leggere