Camionisti, gli eroi nella lotta all’epidemia “dimenticati per strada” da Mattarella

Ci sono medici e infermieri, senza alcun dubbio i principali “eroi” della guerra combattuta dall’Italia contro l’epidemia di Coronavirus. Ma ci sono anche  un ‘addetta alle pulizie in un ospedale milanese “parte di quella schiera di lavoratori che ha permesso alle strutture sanitarie di andare avanti nel corso dell’emergenza”; una cassiera di supermercato; uno studente che con il padre e il nonno ha cucinato gratuitamente per i medici e gli infermieri dell’ospedale e un altro che si è dato da parte per consegnare scorte di alimentari alle persone in difficoltà; un’insegnante di Vicenza che nonostante il contratto scaduto non ha interrotto le video-lezioni con i suoi studenti. E, ancora, un operaio (in rappresentanza di altri 30 compagni di lavoro che, quando  è  arrivata in fabbrica la commessa per la produzione di cinquemila bombole nel minor tempo possibile, hanno volontariamente continuato a lavorare); un farmacista che ogni giorno ha percorso cento  chilometri  per recarsi in piena zona rossa e un tassista  che ha fatto una corsa gratis di 1.300 chilometri per portare in ospedale una bambina di tre anni   per un controllo oncologico. C’è perfino una fotografa professionista, volontaria presso la Croce Rossa, che ha realizzato un racconto fotografico dell’attività  quotidiana dei volontari. Ci sono i rappresentanti di  moltissime categorie di lavoratori (e di semplici cittadini) fra le 57 persone che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha insignito  dell’onorificenza di  Cavaliere al merito della Repubblica, una delle cinque categorie riguardanti l’Ordine al merito, per il loro impegno per l’emergenza Coronavirus, riconoscimenti che “vogliono simbolicamente rappresentare  l’impegno corale di tanti nostri concittadini nel nome della solidarietà e dei valori costituzionali”,  come scrive il Quirinale. C’ è perfino la fondatrice di un’associazione di motociclisti che si sono  impegnati a consegnare i farmaci a domicilio alle persone con sclerosi multipla a testimonianza di non voler dimenticare nessuno. Una sola categoria di “eroi” (anche se non hanno mai voluto essere definiti tali) ha dimenticato di premiare, simbolicamente, lo Stato, scegliendo un rappresentante non di poche decine o centinaia di persone ma di decine di migliai): quella degli autotrasportatori. Camionisti che nelle settimane di contagio e morte, di paura d’essere a loro volta contagiati, non si sono mai tirati indietro, consegnando negli ospedali e nelle farmacia bombole di ossigeno e medicinali, senza i quali medici e infermieri non avrebbero potuto salvare vite umane. Ma continuando a rifornire anche di cibo, ogni giorno supermercati e negozi, garantendoli non ad “alcune persone” ma all’intera popolazione. Camionisti che in molti casi sono stati perfino  trattati in modo inammissibile, addirittura “bestiale” (impedendo loro di andare in bagno, di avvicinarsi alla macchinetta del caffè perché possibili ”untori”) ma che non si sono fermati neppure di fronte a tutto questo. Uno di loro, avrebbe forse potuto essere inserito nella lista. Simbolicamente. Per dire, a nome dello Stato, quello che molti “normali cittadini” hanno già detto a moltissimi “angeli della strada”: grazie. Per non essersi mai fermati trasportando i loro carichi. Di tantissime merci e medicinali, ma anche di denaro. Come nel caso della donazione, di oltre 300mila euro, fatta da alcune  imprese di autotrasporto di Bergamo,  in favore dell’ospedale Papa Giovanni XXIII e dell’azienda di sanità locale. Un gesto di grande generosità, come del resto quello di un sottufficiale dei carabinieri che ha donato il suo intero stipendio mensile. “Finendo, giustamente, nell’elenco dei 57 insigniti”, come  tiene a sottolineare Doriano Bendotti, segretario della Fai (Federazione autotrasportatori italiani) di Bergamo, certo che il “mancato grazie” (già peraltro rivolto  alla categoria dal ministro delle infrastrutture e ai Trasporti Paola De Micheli ma anche da Papa Francesco) sia solo una dimenticanza dello staff del presidente della Repubblica, “principale punto di riferimento per il Paese sempre e in particolare in questo periodo buio come non mai”, sottolinea sempre Doriano Bendotti. “Un presidente che viene dalla Sicilia, regione per la quale proprio un’azienda di autotrasporti bergamaschi ha realizzato nelle settimane scorse  un “trasporto  d’emergenza” per andare in soccorso degli studenti di un istituto di Palermo. In quell’elenco non c’era un rappresentante del nostro mondo, ma nessuno potrà mai toglierci la consapevolezza di tutto quanto ha saputo fare e continua a realizzare. E sono certo che anche il nostro presidente Sergio Mattarella  lo sa…..”.