Quarantacinque milioni di passeggeri hanno preso il volo. Purtroppo, però, non in senso vero, decollando dalla pista di un aeroporto, per un viaggio di lavoro o per andare in vacanza, ma per modo di dire, svanendo dalle statistiche e dai bilanci delle compagnie. Quarantacinque milioni di persone “bloccati a terra” dall’epidemia e dal confinamento a casa deciso dal Governo, l’ormai celebre lockdown. Una caduta in picchiata per il settore fotografata in un documento da Assaeroporti, l’associazione che riunisce gli scali italiani, i cui responsabili hanno raccolto in tre mesi le presenze negli aeroporti italiani e che ha spinto il presidente dell’associazione, Fabrizio Palenzona, ad affermare che “i correttivi al Decreto legge Rilancio, le misure che saranno inserite nel Decreto legge Semplificazioni e i prossimi Decreti della presidenza del consiglio dei ministri sono le ultime occasioni per garantire la mobilità del Paese, ripristinare i collegamenti con l’Europa e il mondo e conservare migliaia di posti di lavoro. Non possiamo lasciarci sfuggire questa occasione: il danno sarebbe irrecuperabile”, ha concluso Fabrizio Palenzona. In pratica un “ultima chiamata” per l’imbarco di manovre che consentano al mondo dei trasporti in aere di precipitare.