Un camionista tedesco abbandona il proprio tir al Brennero e non prosegue il viaggio in Italia, verso Gorizia, perché spaventato dal Coronavirus. Un “caso” che rischia di “diffondersi” assegnando all’Italia il ruolo di “grande untore per il Coronavirus…. Eppure un antidoto a questo pericolo c’è ed è semplicissimo da preparare e “iniettare”: disporre una banalissima norma che imponga ai conducenti di un mezzo pesante, di non scendere dall’automezzo ma di far scaricare le merci e ddi ripartire senza essersi mosso dal volante, mettendosi in una sorta di autoisolamento in cabina, non entrando in contatto con nessuno. Un rimedio, frutto di quello che si chiama comunemente buonsenso, e che non richiede chissà quali “tavoli tecnici” chissà quante riunioni politiche, lanciata dagli studi del Tgcom 24 da Paolo Uggé, vicepresidente di Conftrasporto e Confcommercio, intervistato per capire se, nel mondo dell’autotrasporto, è stato fatto quanto necessario per fronteggiare il pericolo che l’epidemia di polmonite cinese si diffonda sempre più. “Abbiamo incontrato il ministro Paola De Micheli e siamo in attesa di ricevere risposte concrete alle domande che abbiamo posto”, ha commentato Paolo Uggé, prima di denunciare proprio la dannosissima (per l’economia) inutilità di impedire ai mezzi pesanti di attraversare anche le zone rosse. “Primo perché i camion non vengono “contagiati” dal virus”, ha affermato Paolo Uggé, “e secondo perché basta impedire ai conducenti di entrare in contatto con chi deve caricare o scaricare le merci. Operazione che oltre a tutto non compete ai conducenti che devono occuparsi proprio solo di guidare senza effettuare altre attività che potrebbero contribuire ad affaticarli e stancarli, mettendo a rischio la sicurezza stradale”. Un consiglio semplicissimo, fornito da chi, ha sottolineato il vicepresidente di Conftrasporto e Confcommercio, “ogni giorno svolge un’attività, ha esperienza e che i politici forse dovrebbero ascoltare un po’ di più e con più attenzione”. Un consiglio che somiglia un po’ alla scoperta dell’acqua calda , verrebbe da dire. Acqua calda che, come nei secoli scorsi, potrebbe però rivelarsi preziosissima per evitare la diffusione del contagio garantendo allo stesso tempo una vita quasi normale. Almeno in attesa che venga trovato un vaccino o che i tanti “super esperti” trovino altre strade per superare l’emergenza indenni….