Autotrasporto, le manovre del Governo seguiranno le strade tracciate nell’accordo ?

Sono sempre più numerosi gli operatori dell’autotrasporto che hanno iniziato a domandarsi cosa potrà succedere nella fase finale dell’approvazione della Manovra di bilancio. Le domande più insistenti riguardano fondamentalmente due aspetti: i trasferimenti delle risorse, che oltre ai rimborsi per le accise sul gasolio comprendono anche l’avvio del fondo per la sostituzione dei veicoli più vecchi e inquinanti, e l’emanazione delle normative relative alle regole. Confesso che non mi ero mai sentito in passato così in difficoltà a fornire risposte: non tanto perché ci siano notizie di interventi negativi per il mondo dei trasporti, ma perché le anticipazioni che circolano e gli emendamenti che si susseguono da giorni, spesso in contraddizione tra loro, impediscono di poter avere un quadro chiaro. Una situazione che non può non indurre ad aumentare la vigilanza, nonostante a oggi nessuno possa ragionevolmente affermare che siano stati apportati cambiamenti sostanziali sulle misure concordate e sottoscritte nel verbale d’intesa redatto nel corso dell’ultimo incontro avvenuto al ministero. Un desiderio di “vederci chiaro” dettato anche dalla constatazione che non è stato ancora avviato il confronto a livello politico concordato, confronto che, pur comprendendo gli impegni numerosi che in questi tempi vedono coinvolto il ministro, in questa fase sarebbe stato utile anche per i numerosi aspetti tecnici. Le federazioni aderenti a Unatras hanno preso l’impegno di sospendere le iniziative di fermo, peraltro già annunciate, fornendo assicurazioni alla categoria. Ora, al punto in cui siamo, non sarebbe male se qualcuno (magari non direttamente il ministro ma sottosegretari e collaboratori del Gabinetto) potesse fornire un’informativa, anche sintetica, su come stanno procedendo le varie questioni sul tavolo. Trovarsi la nuova Legge di bilancio approvata con delle eventuali sgradite sorprese rispetto a quanto pattuito non sarebbe certo una cosa accettabile e la risposta non potrebbe che essere immediata, facendo divenire il mese di gennaio un momento di particolare impegno sindacale da parte delle federazioni che hanno condiviso i contenuti del verbale di intesa. Quello che maggiormente non si comprende è come anche sulla parte normativa non si siano compiuti quei passi in avanti previsti. Uno per tutti è quello relativo ai valori della sicurezza: dopo la presa di posizione della Suprema Corte e dei pronunciamenti della Corte europea, dubbi non ve ne dovrebbero più essere. È giusto (oltre che dignitoso) per un governo mostrarsi subalterno al possibile parere dell’Authority? Fino a prova contraria il potere che il popolo assegna al Parlamento, e tramite questo al Governo, non può venire limitato da esperti burocrati. Un aspetto, quest’ultimo, che merita d’essere evidenziato anche alla luce di quanto avvenuto proprio in questi giorni in Germania, dove il Governo ha assunto una posizione, in materia di valori della sicurezza, che è totalmente in linea con la richiesta avanzata dall’autotrasporto italiano. E anche in Francia il Senato ha recepito pienamente le istanze avanzate dalla categoria e si è pronunciato contro le decisioni di incremento del gasolio prospettate. Intanto l’Italia non riesce neppure a fornire dei dati tecnici definiti dalla pubblica amministrazione sui valori della sicurezza… Il dubbio che vi sia qualche contrarietà proveniente dal mondo della committenza diviene sempre più concreto. Per il trasporto nazionale esistono infine due ulteriori elementi che, se non definiti, possono aggravare le condizioni operative. Il primo è relativo alla posizione europea di voler considerare le operazioni effettuate nei porti come commerciali e quindi assoggettabili all’imposizione fiscale. L’eventuale attuazione, se unita agli annunci su nuove tasse, prima sui container, poi sulle concessioni portuali, potrebbe diminuire, e non di poco, la competitività dei nostri porti. Ancor più se l’Unione europea, nonostante sia stata adeguatamente informata dal ministro sulla impossibilità per lo Stato italiano di accettare ulteriori limitazioni alla libera circolazione delle merci sulla direttrice del Brennero, non dovesse assumere iniziative per impedire i nuovi divieti adottati dall’Austria. Il ministro Paola De Micheli ha annunciato in Parlamento che, in tal caso, verrebbero assunte iniziative da parte dell’Esecutivo e il mondo dell’autotrasporto non avrebbe alcuna esitazione a schierarsi al suo fianco. Per questo, e con la certezza che la delicatezza dell’intera situazione sia facilmente comprensibile per chiunque, non sarebbe male gestire una simile evoluzione in modo condiviso. L’autotrasporto responsabile è disponibile ma occorre che venga coinvolto.

Paolo Uggé, vicepresidente di Conftrasporto e Confcommercio